Anarchici, ex capo del Dap: “Delmastro poteva conoscere atti, limitata divulgazione rivolta a personale interno”. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) – “Se il ministro ha conferito una delega a un soggetto che può essere un sottosegretario, quel soggetto è abilitato, secondo il mio punto di vista, a conoscere il contenuto degli atti a limitata divulgazione”. Lo ha detto l’ex capo del Dap, Francesco Basentini, ora pm a Roma, sentito come testimone nel processo che vede imputato il sottosegretario Andrea Delmastro per rivelazione di segreto d’ufficio in relazione al caso dell’anarchico Alfredo Cospito. Basentini è colui che ha redatto l’ordine di servizio interno che limitava la diffusione di certe informazioni.  

“La situazione di gestione di protocolli degli atti presentava dal mio punto di vista delle criticità evidenti. Il rischio – ha spiegato in aula rispondendo alle domande delle parti – era che chiunque al Dap, attraverso il protocollo informatico ‘Calliope’ del dipartimento per la circolazione degli atti, ne venisse a conoscenza. Per quello intervenni con un ordine di servizio sulla limitata divulgazione. Constatai che alcune notizie che dovevano essere segnalate a me venivano veicolate alla stampa”. Basentini, dunque, conferma che la “limitata divulgazione” era rivolta al personale interno. Come ha spiegato poco dopo: “L’obiettivo – ha aggiunto – era quindi fare in modo che dai nostri uffici venissero a conoscenza di determinati atti solo chi ne aveva diritto’’. Basentini ha sottolineato inoltre nel corso della sua testimonianza che “le note del Nic sui detenuti al 41bis erano indirizzate al capo del dipartimento. Il Nic è stato sempre puntuale, corretto e preciso”.  

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!