Atp Rotterdam, Medvedev attacca il giudice: “Non ci vedi, hai problemi” – Video. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) –
Daniil Medvedev perde la testa. Ancora una volta. Il tennista russo, uscito contro pronostico al secondo turno degli Australian Open, ha battuto Stan Wawrinka nel suo esordio all’Atp 500 di Rotterdam. In un match in cui non sono mancate le polemiche, con Medvedev che ha attaccato a più riprese il giudice di sedia.  

 

Il primo sfogo di Medvedev è arrivato nel primo set, dopo essere stato richiamato per perdita di tempo: “Perché mi hai dato una time violation? Hai qualche problema, il raccattapalle non mi ha dato la pallina. Ci vedi? Hai gli occhi aperti? No, non ce li hai. Sei terribile”. E ancora: “Mi ricordo di te con Khachanov, mi ricordo che non ci vedi mai. Tu hai un problema. Io sono calmo, mentre tu stai cercando problemi. Devi avere qualche problema molto serio. Non ti ho parlato, non ti ho detto niente e poi ti comporti così. Apri gli occhi e fai funzionare il cervello”. Insomma, uno sfogo non proprio morbido da parte del numero 7 del mondo, che sta attirando diverse critiche sui social. 

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!