Benetton caccia Oliviero Toscani per la sua esternazione sul ponte Morandi

In seguito alla frase infelice del noto fotografo, alla trasmissione “Un giorno da pecora”, dove Toscani afferma: “ma a chi interessa che caschi un ponte, smettiamola”, e dopo le moltissime polemiche che ne sono derivate, con una nota, la Benetton Group, con il suo Presidente Luciano Benetton, informa sulla decisione di interrompere il rapporto di collaborazione con il “direttore creativo” Oliviero Toscani.

Nella nota è spiegato che la Benetton si dissocia assolutamente dalle affermazioni di Toscani, in merito al crollo del ponte Morandi di Genova che il 14 agosto 2018 causò la morte di 43 persone.

L’azienda esprime anche la rinnovata e sincera “vicinanza alle famiglie delle vittime e a tutti coloro che sono stati coinvolti in questa tremenda tragedia”.

La Benetton specifica che prendono atto dell’impossibilità di continuare il rapporto di collaborazione con il direttore creativo.

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!