Un bonus che la destra di governo sbandiera come fosse un dono all’umanità e che in realtà così non è, o per meglio dire lo sarà (in parte) e solo per pochi. Ma vediamo come questi 100 euro in realtà diventano 77.
E’ una tredicesima del taglio del cuneo fiscale
Doveva essere un bonus tredicesima, ma purtroppo arriverà sulla busta di gennaio, quindi chi lo otterrà, lo incasserà a febbraio 2025. Il regalo quindi, altro non è che una sorta di tredicesima del taglio del cuneo fiscale, come ha spiegato il viceministro all’Economia, Maurizio Leo. “Il taglio del cuneo vale per 12 mesi”, così questo benedetto bonus “è considerato appunto la tredicesima del cuneo fiscale. Questo è lo scopo”.
100 euro sono pur sempre 100 euro
Invece non è così. Maurizio Leo precisa che su quella somma graveranno comunque le tasse in misura del 23%, questo significa che agli aventi diritto arriveranno 77 euro. Leo spiega ancora che “se il contribuente dovesse avere detrazioni o deduzioni a suo favore, siamo circa a 80 euro, parenti degli 80 euro del cuneo”.
Il bonus poi, non è strutturale ma è previsto per una sola volta, appunto è una tantum.
Una tantum
Non sarà un vero bonus tredicesima perché il governo lo ha trasformato in una tantum da erogare in busta paga a gennaio. La cifra è si di 100 euro, ma lordi, perché come visto ne restano 77 nelle tasche dei beneficiari.
Ma c’è di più, l’importo è erogato sulla base dei mesi lavorati, Vuol dire che se ad esempio, un lavoratore è stato assunto nel corso dell’anno, saranno conteggiati solo i mesi in cui ha lavorato. Non tutti i 100 euro.
Chi ne ha diritto
Riceverà il bonus solo chi non ha superato il reddito di 28 mila euro. Inoltre gli incapienti* non ne avranno diritto. Così ci sarà anche una soglia minima di reddito, che la responsabile del Lavoro, del Pd, Maria Cecilia Guerra ha indicato dovrebbe essere 8,500 euro. Vuol dire che se un lavoratore guadagna meno di quella cifra non può sperare nel bonus.
C’è poi la situazione familiare da considerare. Lo riceve solo chi ha un coniuge e almeno un figlio a carico. Un lavoratore senza questo tipo di famiglia può “fare la croce” sui 100 euro (77 euro).
Quanti lo riceveranno
Le stime indicano una platea di beneficiari di circa 1,1 milioni di famiglie. Un po’ pochine per i cori trionfalistici del governo. Inoltre non sarà automatico. Dovranno essere i lavoratori a farne richiesta al datore di lavoro, presentando un’attestazione dove indicano di averne diritto. Dovranno poi allegare il Codice fiscale del coniuge e del figlio o dei figli. I datori di lavoro (sostituti d’imposta) una volta erogata la misura, potranno recuperarla con i crediti in compensazione dalle imposte e dai contributi da versare.
*Incapienti. Sono quelle persone che non dispongono di un reddito sufficientemente alto da poter essere dichiarato o che comunque non possono beneficiare di detrazioni, non avendo abbastanza Irpef lorda.