Carlo Verdone: “‘Vita da Carlo’ è la mia ultima serie, ora ho bisogno di cinema”. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) – “‘Vita da Carlo’ è la mia ultima serie tv. Ora ho bisogno di tornare al cinema”. A dirlo all’Adnkronos è Carlo Verdone, intervistato oggi a Roma dove ha presenziato alla presentazione di ‘Italian Global Series Festival’, il festival delle serie, in programma a Riccione e Rimini dal 21 al 28 giugno. “Dopo 4 anni e quattro stagioni della serie -aggiunge Verdone- adesso il mio prossimo progetto è un film”. Verdone è testimonial della rassegna, che gli attribuirà il premio dell’Excellence Award.  

E ai cronisti, il popolare regista romano traccia un’analisi sul rapporto tra cinema e serie tv: “Le serie possono essere più avvincenti, le tante puntate danno la possibilità di avere tanti colpi di scena, di approfondire di più i personaggi e quando scrivi hai più libertà -spiega- Ma la cosa complicata è riuscire a mantenere la stessa tensione, puntata dopo puntata, che ti fa arrivare alla fine. Quella è la difficoltà, ma direi che io ci sono entrato bene”.  

Però “sono anche felice di una cosa, che le sale cinematografiche riaprano – scandisce il regista di film indimenticabili, da ‘Bianco, Rosso e Verdone’, ‘Borotalco’, ‘Viaggi di nozze’ e tanti altri – La gente comincia ad andare di nuovo in sala, abbiamo un cinema al femminile che sta andando molto bene. Le due cose convivono, io avevo paura che le serie potessero uccidere il cinema di sala, invece – conclude – sta ritrovando la sua affluenza e questo ci rende tutti felici”. 

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!