“Commissari Ue senza smartphone al meeting Fmi per evitare ‘controllo’ Usa”, il retroscena. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) – Vecchi cellulari con carta prepagata e pc con le funzioni di base, non esattamente il corredo tecnologico che ci si aspetterebbe per la delegazione europea in partenza per gli Spring meetings del Fmi e Banca mondiale a Washington. E invece, secondo fonti citate dal Financial Times, per evitare il rischio di spionaggio americano nei suoi sistemi, la Commissione Ue ha invitato commissari e funzionari in partenza per la consueta sessione primaverile del Fondo monetario a non usare smartphone e tablet che lasciano ‘traccia’ digitale. Misure utilizzate per le missioni in Ucraina e Cina per sfuggire alla sorveglianza delle intelligence russa o cinese che evidenziano il deterioramento delle relazioni tra Ue e Usa, non solo sul tema più conflittuale dei dazi ma anche sulla questione del trattamento delle big tech e della difesa.  

“Sono preoccupati che gli Stati Uniti possano entrare nei sistemi di commissione”, ha detto un funzionario citato da Ft. “L’alleanza transatlantica è finita”, ha osservato un altro funzionario europeo. 

Sono tre i commissari che si recheranno a Washington per le riunioni del Fmi e della Banca Mondiale dal 21 al 26 aprile: Valdis Dombrovskis, commissario per gli Affari economici; Maria Luís Albuquerque (Servizi finanziari) e Jozef Síkela (Assistenza allo sviluppo). 

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!