Coppa Davis, polemiche in Belgio-Cile: Bergs travolge Garin, lui si rifiuta di giocare – Video. Adnkronos – ultimora

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Polemiche in Coppa Davis. Durante il match tra Cile e Belgio, valido per il primo turno di qualificazione, uno scontro tra Zizou Bergs e Cristian Garin ha portato al caos. Durante il terzo set infatti, il tennista belga Bergs, numero 60 del mondo, vince uno scambio prolungato, conquista il break e esulta con una corsa sfrenata, alzando l’indice e guardando il pubblico. 

Non si accorge però che sulla sua traiettoria c’era proprio Garin che, di spalle, viene travolto sotto rete dalla corsa di Bergs e cade. Lo scontro è fortuito e il belga si scusa subito con l’avversario, che però non solo non accetta le scuse ma si rifiuta di tornare in campo. Garin chiede la squalifica di Bergs, la partita viene sospesa per circa 20 minuti e al ritorno in campo il cileno rimane seduto in panchina, rinunciando a giocare. L’arbitro quindi gli assegna un penalty game e Bergs conquista la partita e il punto che mancava al Belgio per volare al secondo turno di Coppa Davis. 

 

 

Nell’immediato post partita è arrivato un duro comunicato del Comitato olimpico cileno, condiviso sui propri canali social ufficiali: “Desideriamo esprimere la nostra indignazione e incredulità per quanto accaduto oggi nella serie di Coppa Davis tra Belgio e Cile, dove il nostro tennista Cristian Garin ha subito un’aggressione da parte del giocatore Zizou Bergs durante un cambio di campo”, è il messaggio condiviso dal Cile, “questa situazione ha causato una serie di conseguenze fisiche, certificate sul campo dal Medico Capo della delegazione e Direttore del COCH, dottor Alejandro Orizola”. 

“Abbiamo comunicato alla Federazione Cilena di Tennis la nostra piena collaborazione per intraprendere le azioni necessarie affinché questo deplorevole scandalo internazionale non rimanga impunito. Sosteniamo in questa ingiustizia il giocatore Cristian Garin, il capitano Nicolas Massú e tutta la squadra cilena di Coppa Davis”, si legge in conclusione, con la storia che sembra tutt’altro che finita. 

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!