Coronavirus. L’OMS dice no ai guanti, anche al supermarket

Il contrordine arriva dall’alto, dall’Organismo mondiale che ne aveva invece raccomandato l’uso in maniera incontrovertibile. Ora l’Oms non raccomanda l’uso di guanti da parte delle persone, in comunità. Tale uso può infatti “aumentare il rischio di infezione, dal momento che può portare alla auto-contaminazione o alla trasmissione ad altri quando si toccano le superfici contaminate e quindi il viso”. Questo è quanto viene indicato nella sezione del sito web dell’Organizzazione, in merito a domande e risposte sull’uso di mascherine e guanti.

Nei luoghi pubblici come i supermercati, l’Oms però, raccomanda che oltre al distanziamento fisico siano istallati distributori di gel igienizzante per le mani all’ingresso e all’uscita. Spiega inoltre che: “Migliorando le pratiche di igiene delle mani, i Paesi possono aiutare a prevenire la diffusione del nuovo Coronavirus”.

Ma a scanso di equivoci l’Organizzazione mondiale della Sanità indica comunque di “contattare le autorità locali sulle pratiche raccomandate nella propria area”.

Insomma quest’ultima indicazione parrebbe quasi essere un volersene lavare le mani, tanto per restare in tema. Mentre la capriola sui guanti lascia destabilizzati molti. I guanti, alla fine risulterebbero controproducenti e addirittura veicolo di contagio. Ma fin’ora sono stati usati…

Complimenti all’Oms. Ora i cittadini si sentiranno sicuramente tutelati e ben protetti sotto l’ala di un Organizzazione che dovrebbe avere in tasca le soluzioni e le indicazioni sulla Sanità.

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!