Creato in Usa un embrione un po’ pecora e un po’ uomo. Dio cede il passo ai ricercatori?

Qualche giorno fa… (esattamente a febbraio del 2018) su praticamente tutte le testate giornalistiche è stata pubblicata la notizia che negli Usa avrebbero creato in laboratorio un ibrido uomo-pecora. Sebbene la notizia sia datata è un argomento che voglio trattare.
In questo organismo una cellula su 10 mila era umana.
Più o meno un anno fa, gli stessi ricercatori, riuscirono nell’intento di ottenere un embrione di uomo e maiale. In quel caso le cellule umane erano una su 100 mila.

Reazioni in tutti i campi

Un fatto che desta interesse per il mondo scientifico, ma anche in ambito etico, morale, religioso e soprattutto politico. E’ proprio in seno alla politica che, di fatto, esistono realtà difformi da Paese a Paese. In alcuni Stati sono considerate lecite e legali certe pratiche che in altri vengono invece messe al bando o addirittura perseguite penalmente. In Italia abbiamo ancora nelle orecchie l’eco che ha suscitato la questione della morte assistita. Siamo ancora in bilico nel settore della manipolazione genetica, della fecondazione in vitro ed in moltissima altre pratiche di medicina avanzata e manipolazione genetica.

La dichiarazione ufficiale

A dare l’annuncio ufficiale dell’esperimento, al meeting della American Association for the Advancement of Science di Austin, in Texas, sono stati gli scienziati dell’università della California a Davis.
Hanno spiegato che questo costituisce un passo verso la possibilità di far crescere organi umani negli animali. Gli embrioni sono stati distrutti dopo 28 giorni.

Perché si fanno queste sperimentazioni

A che servono questi esperimenti? Servono a sopperire ai problemi degli xenotrapianti, (trapianti di organi animali negli uomini), che espongono al rigetto e all’infezione con virus animali. L’obiettivo degli scienziati è quindi combinare embrioni di animali con cellule di pazienti umani in attesa di trapianto, in modo da far sviluppare agli animali organi “umani”.

I tempi sono ancora lunghi

Sembra fantascienza, ma il traguardo presenterebbe un successo dalle proporzioni gigantesche in campo medico. Va detto che la percentuale di cellule umane (secondo gli esperti) deve essere almeno dell’uno per cento, perché un trapianto possa funzionare, quindi siamo ancora lontani da questo traguardo.

La scelta della pecora

Perché la pecora? Pablo Ross, uno degli autori della ricerca, ha spiegato che rispetto al maiale si riscontrano diversi vantaggi, a partire dal fatto che bastano quattro embrioni e non cinquanta per dare inizio ad una gravidanza. Inoltre la pecora ha organi di dimensioni simili a quelli umani.
Il ricercatore ha anche ammesso che questo tipo di sperimentazione presenta notevoli problemi etici, peraltro ammessi e condivisi dagli stessi scienziati che hanno condotto l’esperimento.
Pablo Ross ha poi dichiarato: “Se scoprissimo che le cellule umane vanno nel cervello dell’animale, non potremmo portare avanti il tentativo. Siamo consapevoli delle implicazioni etiche di questo tipo di esperimenti, ma del resto pensiamo possano offrire speranze, in prospettiva, per chi deve essere sottoposto a trapianto d’organo”.

Le voci del dissenso

I contrari alla ricerca hanno espresso le loro perplessità, come il genetista Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, che ha spiegato che le tecniche di gene editing, tra cui il Crispr, sono ancora nelle prime fasi di sviluppo, e non danno garanzie.
Il Comitato Nazionale di Bioetica, ha poi aggiunto Dallapiccola, si è già occupato della questione delle “chimere” qualche anno fa, dando parere critico, e ad oggi le perplessità rimangono.

Alcune considerazioni personali

La notizia è di per sé scandalosa, verrebbe da pensare di primo acchito, però a voler fare i pignoli, l’uomo ha giocato a far Dio, già un sacco di altre volte, è solo che ce ne siamo scordati.
Un tempo i “cavadenti” lasciavano nella bocca dei loro “pazienti” dei buchi. poi s’è pensato ad una protesi che nel tempo è divenuta un impianto fisso.
Quando qualcuno perdeva un dito o tutta la mano o anche una gamba… Beh, erano fatti suoi, non poteva mica sperare che gli ricrescesse come la coda delle lucertole. Oggi esistono mani bioniche!
Non voglio pensare a un certo Christiaan Barnard, i più vecchi lo ricorderanno. Era un medico chirurgo africano che per primo compì l’impensabile… Ficcò un cuore di qualcun’altro nel petto di un uomo, e quello visse! Ed era solo verso la seconda metà degli anni ’60.

Abbiamo aperto crani e abbiamo infilato ferri chirurgici nel cervello… (talvolta il paziente rimaneva scemo), ma sono i rischi del mestiere, no?.
Sostituiamo fegato, reni, facciamo addirittura operazioni di allungamento del pene, dico davvero. Sostituiamo cornee, ricostruiamo facce distrutte dall’acido (con risultati non troppo entusiasmanti lo ammetto), ma lo facciamo.

Manipoliamo il genoma, il DNA, sarebbe inutile negarlo. Trattiamo in laboratorio cellule staminali, ricreiamo la vita e facciamo fare 6 gemelli alla signora Rosanna Giannini (anche questa la ricorderanno i più vecchi), che si sottopose a cure “quasi sperimentali” per la fertilità.


Ma non ci fermiamo qua, facciamo di più, meglio di Dio, che dovette farsi il culo per 6 giorni, per creare tutto ‘sto casino. Noi creiamo in laboratorio una pecora, Dolly. (E questa, non rompete le scatole che se la ricordano pure i ragazzini). Dolly era una fotocopia di un’altra pecora, era un clone! Imparammo tutti questa parola: clonazione, e la imparammo prima dei cellulari da clonare…

Ipotesi fantasiose?

C’è chi sostiene che si possa già ottenere un feto privo di certe predisposizioni ad alcune patologie, ed i più intraprendenti e fantasiosi arditi del pensiero libero, sostengono addirittura che si potrebbe creare la vita a tempo. Vuol dire che, manipolando sapientemente l’acido ribonucleico e conseguentemente il DNA, si otterrebbe un bell’orologio genetico che stroncherebbe senza appello, il tizio creato in laboratorio. Beh, meglio del controllo delle nascite, no?

Giochiamo a fare Dio? Ok, la morale, l’etica, la deontologia e poi tutte le implicazioni della religione… Allora che si fa, ci si ferma? Si tirano i remi in barca e la piantiamo qui di far esperimenti e ricerche? la vogliamo smettere davvero di trovare nuovi rimedi a patologie, malattie, disfunzioni, alterazioni?
Lo so pure io che una volta si usavano sanguisughe ed elettroshock, che si schiattava per una febbre alta o per una polmonite, oggi qualcuno ci ha regalato il Coronavirus, o come dicono quelli che si danno un tono: Covid-19… Mica pizza e fichi.

Io credo fermamente che un giorno avremo tutti la possibilità di accedere a “pezzi di ricambio”, senza incorrere nel rischio dell’incompatibilità, nel rigetto, avremo il nostro fegato o il nostro piede perfettamente idoneo al nostro organismo. Già perché non è che crescerà sugli alberi, ma sarà un prodotto da laboratorio, ricavato da un pezzettino di noi.

Nessuno teme più di essere additato come un novello dottor Frankenstein che crea il suo mostro, perché siamo da tempo avviati verso “soluzioni estreme”. Sangue artificiale, pacemaker, vene artificiali, ossa e articolazioni artificiali, che fanno sembrare le nostre ginocchia simili ad un giunto cardanico. Ci sono rimedi per tutto (o quasi). Possiamo cambiar sesso con la stessa facilità di come ci cambiamo pettinatura, possiamo “rifarci”, naso, zigomi, labbra, tette, addominali finti, chiappe finte, liposuzioni, possiamo farci il botox, che altro non è che una tossina, un batterio, ma ci rende così giovani, belli tirati, che sembriamo aver riavvolto il nastro del calendario di almeno 10 anni. A patto di non scendere con lo sguardo sul collo che impietosamente continuerà a denunciare la nostra età…

La moderna medicina invasiva o mininvasiva ha compiuto passi enormi, proprio per le sperimentazioni di medici “folli” che hanno inseguito le proprie teorie fino a renderle reali, applicabili. Cosa sarebbe stato dell’umanità se ci fossimo fatti persuadere dal timor di Dio, dalla morale?
Gli antichi cerusici, segavano ossa con strumenti che oggi sorprenderebbero anche un carpentiere, infilavano aghi nelle carni del povero cristo di turno, ancora sveglio o nei casi migliori, intontito dall’alcool. i farmacisti di un paio di secoli fa, preparavano soluzioni miscelando ciò di cui disponevano, tentando di indovinare dosi e combinazioni, ma il più delle volte, quando il malessere era un po’ più serio di un mal di testa o di un attacco di cacarella a fischio, facevano più male che bene al proprio “cliente”.

I bambini nascevano in casa ed erano forti e belli… Quelli che sopravvivevano. Le donne lavoravano nei campi fino a che non partorivano, ed erano forti e belle pure loro, solo che a 40 anni sembravano le nostre signore anziane ottuagenarie o su di lì. Il progresso non si ferma con le mani, disse qualcuno, ed aveva ragione. E’ inaccettabile scandalizzarsi perché si tentano nuovi percorsi, perché si sperimentano idee nuove, tese al raggiungimento di risultati che al momento possono apparire fantascientifici.
Non sono forse i folli che hanno cambiato il mondo? Chi ragiona in maniera indipendente senza lasciarsi imbrigliare la mente da assunti dogmatici, finisce col fare la differenza, anche se in taluni casi, il riconoscimento giunge postumo.

Tutte le nazioni si preoccupano di favorire lo sviluppo in campo medico e le politiche sono sempre attente a valutare fin dove sia possibile spingersi, tenendo conto delle “influenze” che pervengono dall’esterno. Spesso le autorizzazioni del legislatore verso determinate branche della Ricerca, sono frutto di una concertazione con esponenti di altre discipline, siano esse religiose, o moralistiche o pervenienti dalle lobbies delle case farmaceutiche, che innegabilmente hanno il  potere di esercitare forte pressione sulla politica.

I ricercatori, beneficiano di poche risorse, perché gli stanziamenti non bastano mai ed i macchinari sono costosi davvero. I Paesi secondo le disponibilità destinano alla Ricerca i fondi necessari,ma questi non sono sufficienti e il lavoro degli scienziati prosegue lento. Allora a nulla vale porre paletti ulteriori all’azione di questi genetisti, biologi, medici, perché si aumenta il regime di frenata e si trattiene la Ricerca.
E ovvio che non possiamo aprire la porta ad una sperimentazione selvaggia alla stregua di quegli esperimenti su esseri umani, condotti nei campi di concentramento nazisti, come non possiamo nemmeno tentare “alchimie estreme” e provare davvero a giocare a fare Dio, sebbene una vecchia canzone di Guccini diceva proprio che… Dio è morto!

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!

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