David di Donatello, Carlo Conti rinuncia a condurre l’evento dopo 7 anni. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) –
Carlo Conti ha deciso di rinunciare alla conduzione della serata dei David di Donatello. Il motivo è da ravvisarsi nei numerosi impegni tv del periodo del conduttore toscano, tra cui l’imminente debutto della nuova trasmissione in prima serata su Raiuno, dal titolo ‘Ne vedremo delle belle’ (in onda da sabato 22 marzo). Conti dal 2018 ha curato la conduzione della serata in cui vengono assegnati i prestigiosi premi cinematografici. 

“Nonostante l’invito a suo tempo della Rai e il grande successo della scorsa edizione – ritenendo di non poter preparare la serata tv con la cura e l’attenzione che lo contraddistinguono sempre – Conti aveva già informato l’azienda e la Fondazione Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello che non avrebbe condotto l’edizione 2025”, fa sapere l’ufficio stampa di Carlo Conti.  

 

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!