Dazi, Meloni domani negli Usa: il piano per convincere Trump. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) – La premier Giorgia Meloni ha ”un piano” per cercare di convincere il presidente americano Donald Trump a non imporre nuovi dazi che infliggerebbero un duro colpo all’economia europea e danneggerebbero gli esportatori italiani. E i leader europei sperano che la sua missione a Washington abbia successo, che ”la leader e persona fantastica” così elogiata da Trump possa dimostrare ”quanto ne sia valsa la pena stringere amicizia” con il presidente americano. Lo scrive ‘Politico’ a poche ore dalla missione della premier a Washington. 

Perché se in passato il ”coinvolgimento personale di Meloni con Trump ha creato tensioni in alcune capitali della Ue”, ora che l’Unione europea affronta una guerra commerciale potenzialmente rovinosa anche i più critici si sono convinti che la premier possa essere ”l’unica leader europea che Trump sia disposto ad ascoltare”.  

“Avere l’attenzione di Trump è una risorsa per l’intera Unione europea”, ha confermato un funzionario italiano a condizione di anonimato a Politico, sottolineando che l’Unione europea ha tre mesi di tempo per convincere il presidente americano a non imporre dazi del 20% su tutte le sue esportazioni verso gli Stati Uniti.  

Finora i tentativi di altri leader europei di influenzare il presidente Usa non hanno portato a nulla. Ma a differenza di altri leader europei, Meloni ritiene che Trump sia ancora ”ragionevole” e che le sue minacce commerciali siano poco più di una tattica negoziale, come hanno spiegato a ‘Politico’ due funzionari italiani a condizione di anonimato. Meloni vuole anche dimostrare di poter ottenere delle concessioni da Trump e che “se fossimo meno isterici, potremmo collaborare con Washington”, ha affermato uno dei funzionari. 

Secondo alcuni leader europei, su tutti il presidente francese Emmanuel Macron, l’obiettivo di Trump è in realtà quello di dividere i paesi della Ue e spingerli a negoziare accordi bilaterali con l’Amministrazione statunitense. In questa ottica la missione di Meloni è apparsa ad alcuni sospetta. Il ministro dell’Industria francese Marc Ferracci non ha celato il suo rammarico per la partenza della premier per Washington, affermando che l’Europa deve rimanere unita. Presto il governo di Parigi ha fatto marcia indietro e chiarito che ”non c’è nessuna preoccupazione” per i colloqui di Meloni con Trump. Lei, intanto, ha parlato con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen del viaggio, ha dichiarato la portavoce della Commissione Arianna Podestà. 

Nessun timore Ue, quindi, che Meloni possa tentare di negoziare un accordo a vantaggio solo dell’Italia. ”E’ naturale che gli Stati membri abbiano interessi bilaterali che desiderano promuovere e nessuno glielo impedirebbe”, ha affermato un diplomatico Ue non italiano. “Ma quando si tratta di dazi che si applicano a tutti noi, confidiamo che si atterrà all’approccio concordato dalla Ue”, ha aggiunto. Ottimisti anche i politici tedeschi vicini al prossimo cancelliere Friedrich Merz. “Il viaggio di Meloni a Washington in questo momento è un segnale importante”, ha affermato Johann Wadephul della Cdu. “Il primo ministro italiano ha un buon rapporto con il presidente americano Trump, che ora può mettere al servizio dell’Europa”, ha aggiunto. 

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!