Dazi Usa, Cina ferma export terre rare: le conseguenze della ‘ritorsione’ contro Trump. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) – La Cina ferma l’export di diverse terre rare. Pechino, secondo quanto scrive il New York Times, ha sospeso le esportazioni di minerali critici e magneti, essenziali per la fabbricazione di auto così come di droni, robot e missili, minacciando lo stop alle forniture di componenti cruciali per case automobilistiche, industria aerospaziale, bellica e dei semiconduttori. Il New York Times riferisce di spedizioni ferme in vari porti cinesi in attesa di nuove normative. Nel mezzo del botta e risposta tra Washington e Pechino con dazi e controdazi, una volta in vigore il nuovo sistema potrebbe bloccare in modo permanente – evidenzia il giornale – le forniture per alcune aziende, anche gli appaltatori militari americani. 

Il New York Times scrive di uno sviluppo che rientra nella “ritorsione” cinese ai dazi annunciati da Donald Trump. “Nessuno si salva” dai dazi degli Stati Uniti “per gli ingiusti rapporti commerciali e per le barriere tariffarie non monetarie che altri Paesi hanno usato contro di noi, soprattutto la Cina che, di gran lunga, ci tratta peggio”, ha ribadito ieri il presidente americano in un post su Truth.  

Il 4 aprile il governo cinese aveva imposto restrizioni sulle esportazioni di sei metalli degli elementi delle terre rare pesanti (Hree) e di magneti di terre rare, il 90% dei quali prodotti in Cina. I metalli, precisa ancora il quotidiano, possono oggi ‘uscire’ dalla Repubblica Popolare solo con licenze ‘speciali’ per l’esportazione, ma Pechino ha appena iniziato a mettere su un sistema per la concessione delle autorizzazioni. 

Intanto 45 accordi di cooperazione sono stati firmati da Cina e Vietnam all’inizio del tour nel Sudest asiatico del leader cinese Xi Jinping, che nei prossimi giorni andrà anche in Malaysia e Vietnam. L’obiettivo della Cina è rafforzare le relazioni commerciali e compensare l’impatto delle misure tariffarie decise da Trump per i prodotti cinesi nel mezzo della guerra dei dazi tra le due superpotenze. 

Xi ha incontrato il segretario generale del Partito comunista del Vietnam, To Lam. Gli accordi di cooperazione siglati spaziano dal settore dell’intelligenza artificiale a quello delle ferrovie, dalle catene di approvvigionamento ai pattugliamenti marittimi congiunti. Intese firmate nonostante le dispute territoriali nel Mar cinese meridionale. Per Xi, Vietnam e Cina sono di fronte a “una svolta” nella loro storia e devono “andare avanti mano nella mano”. E in un articolo Lam ha assicurato che il Vietnam è “sempre pronto a collaborare con la Cina” per far sì che la cooperazione fra i due Paesi sia “sostanziale, equilibrata e duratura”. 

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!