Dazi Usa, “Trump vuole usare negoziati per isolare Cina”: il retroscena. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) – L’amministrazione Trump vuole usare i negoziati sui dazi per isolare la Cina. Lo scrive il Wall Street Journal citando fonti ben informate sui colloqui e spiegando che il Segretario al Tesoro Scott Bessent vuole che i partner commerciali limitino il coinvolgimento della Cina nelle loro economie in cambio di concessioni sui dazi imposti dalla Casa Bianca.  

I funzionari statunitensi intendono utilizzare i negoziati con oltre 70 nazioni per chiedere loro di vietare alla Cina di spedire merci attraverso i loro territori, impedire alle aziende cinesi di insediarsi nei loro territori per eludere i dazi statunitensi e non assorbire i beni industriali cinesi a basso costo nelle loro economie. 

Tali misure mirano a intaccare l’economia cinese e a costringere Pechino a sedersi al tavolo delle trattative con meno potere decisionale in vista di potenziali colloqui tra Trump e il presidente cinese Xi Jinping. Le richieste specifiche potrebbero variare notevolmente a seconda del Paese, dato il loro grado di coinvolgimento nell’economia cinese, specifica il Wall Street Journal. 

Funzionari statunitensi hanno sollevato l’ipotesi nei primi colloqui con alcuni Paesi, secondo quanto riferito al Wall Street Journal da fonti vicine ai negoziati. Lo stesso Trump ne ha accennato ieri al programma in lingua spagnola “Fox Noticias”, dove ha detto che avrebbe preso in considerazione l’idea di far scegliere ai Paesi tra Stati Uniti e Cina. Uno dei promotori di questa strategia è il Segretario al Tesoro Scott Bessent. E’ stato lui ha proporle l’idea a Trump durante un incontro del 6 aprile a Mar-a-Lago, hanno affermato fonti informate. 

Il piano di Bessent per isolare l’economia cinese ha guadagnato consensi tra i funzionari di Trump. Sono in corso dibattiti sulla portata e la severità dei dazi statunitensi, ma i funzionari sembrano in gran parte concordare con il piano di Bessent per la Cina che ne comporta l’esclusione dall’economia statunitense con dazi e potenzialmente anche l’espulsione delle azioni cinesi dalle borse statunitensi. 

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!