Delitto Garlasco, genetista Giardina: “Dna non dice chi ha ucciso Chiara Poggi”. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) – Il direttore del laboratorio di genetica forense dell’università di Tor Vergata di Roma Emiliano Giardina interviene oggi, 12 marzo, sulle novità emerse in merito al delitto di Chiara Poggi a Garlasco nel 2007. L’analisi del Dna, spiega parlando con l’Adnkronos Salute, a “oggi è uno strumento potentissimo per la risoluzione dei casi, ma non ci dice mai chi è stato”. Giardina si è occupato come consulente scientifico dell’omicidio di Meredith Kercher, del giallo di Via Poma della morte di Simonetta Cesaroni, dell’omicidio di Yara Gambirasio.  

“Non attribuisce una responsabilità ma la presenza certa di una persona in un luogo e non in un altro” evidenzia il super esperto. “Questa presenza può determinare la responsabilità rispetto a un delitto. Negli anni gli strumenti per l’analisi del Dna sono diventati davvero straordinari, ma il salto negli ultimi 15 anni non è avvenuto nella sensibilità delle analisi ma nella standardizzazione del processo di ricerca. Oggi tutti i laboratori del mondo usano gli stessi standard e procedure, ma soprattutto mentre anni fa noi scienziati ci confrontavamo sulle delle ipotesi riguardo a dei possibili ‘sospettati’ oggi c’è un dato statistico che si affianca ai nomi. E questo fa la differenza”.  

Sull’omicidio di Chiara Poggi, il genetista riflette sul peso del Dna “una volta analizzato diventa una ‘fotografia’, se però emergono ulteriori dati, solidi e riproducibili, a questo punto è giusto aprire una valutazione e un confronto. Insomma – chiarisce Giardina che è anche il direttore del Master di II livello in Genetica Forense dell’Università Tor Vergata – se ci sono dei dubbi il caso va riaperto”. Quello di Garlasco fu uno dei casi di cronaca nera che colpì gli italiani e per cui era stato condannato il fidanzato, Alberto Stasi. Ieri è emerso un nuovo indagato, Andrea Sempio, all’epoca amico del fratello della vittima, il cui Dna sarebbe stato ritrovato sotto le unghie della vittima.  

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!