Diffamazione e istigazione a violenza, chef Rubio a processo a Roma. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) – Rinviato a giudizio Gabriele Rubini, noto come chef Rubio, con l’accusa di diffamazione aggravata e istigazione alla violenza. A deciderlo il gup di Roma al termine dell’udienza preliminare in cui si sono costituite parte civile la comunità ebraica di Roma e l’Ucei. Il processo è stato fissato per il 1 giugno 2026.  

Le contestazioni risalgono a febbraio e marzo 2020 per due distinti interventi, il primo su un’emittente radiofonica in cui “con riferimenti denigratori – si legge nel capo di imputazione – offendeva la popolazione ebraica e lo Stato di Israele affermando ‘Non c’è solo l’olocausto, ci sono tantissimi genocidi nel mondo ma se ci fate caso siamo portati a pensare solo a quello che ha colpito gli ebrei, che poi non tutti gli ebrei perché quelli ricchi si sono venduti pure le sorelle e le famiglie…'”. In un’altra occasione, durante un convegno in un centro sociale della Capitale, “istigava – secondo l’accusa – a commettere violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali e religiosi nei confronti dello Stato di Israele inserendo nel discorso anche le affermazioni: ‘Di essere pronto a prendere le armi qualora fosse necessario, contro lo stesso Stato di Israele'” e inoltre pubblicava sui profili social messaggi dello stesso tenore. 

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!