Ecco la ‘No-buy challenge’, solo 3 mosse contro lo spreco di cibo. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) – “Da TikTok potrebbe arrivare la soluzione al problema dello spreco alimentare”. A dirlo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori. “Si chiama ‘No-buy challenge’ – racconta – nata quasi per gioco come una sfida contro lo shopping compulsivo di vestiti e trucchi. Ma poi qualcuno ha guardato nella propria dispensa e ha fatto due conti: nelle case degli italiani buttiamo nella pattumiera alimenti per circa 6 miliardi di euro ogni anno. Come se ogni famiglia gettasse via uno stipendio intero. Non serve diventare talebani del risparmio, ma ripensare il nostro rapporto con gli acquisti può trasformare questo spreco in ricchezza. Come? Partiamo da un esperimento: aprite la vostra dispensa. Quanti pacchi di pasta aperti trovate? Quante scatole di biscotti dimenticate? Quanti barattoli di sughi pronti scaduti?”. 

“La No-buy challenge – spiega – ci insegna tre semplici mosse. Primo: pianificare è potere. Niente più ‘forse serve’, ‘magari lo uso’, ‘non si sa mai’. Prima di comprare, può essere utile fotografare il frigo. Vi sorprenderà quanto cibo dimenticate di avere. Secondo: massimizzare ogni risorsa. Le nostre nonne lo chiamavano ‘cucina degli avanzi’, oggi lo chiamiamo ‘zero waste’. Le bucce diventano brodo, il pane raffermo diventa pangrattato, gli avanzi si trasformano in nuove ricette. Non è povertà, è intelligenza. Terzo: rispettare le stagioni. Una fragola a gennaio non solo costa il triplo, ma ha anche viaggiato più di voi in vacanza. Il risultato? Sprechi soldi per un sapore che di fragola ha solo il colore”. 

“Il bello – sottolinea – è che questa rivoluzione sta contagiando anche i ristoranti. Menu più corti ma stagionali, porzioni che si possono scegliere, cucina creativa che usa tutto, dalla buccia al torsolo. L’alta cucina riscopre l’arte del non sprecare”. 

“Sarà una moda passeggera o una rivoluzione culturale – si chiede Massimiliano Dona – difficile dirlo. Ma con 15 miliardi di euro di cibo buttato ogni anno tra case e filiera, forse è il momento di cercare soluzioni alternative per non sprecare. In questo la tecnologia può esserci d’aiuto: nell’ambito del progetto europeo ‘Scrap the food waste’, portato avanti da Unc insieme a Will, Università di Pollenzo e AWorld, proprio quest’ultimo partner ha creato nell’omonima app una community dedicata all’iniziativa”.  

“Qui – ricorda – gli utenti possono partecipare attivamente a una serie di missioni, ricevere suggerimenti pratici per la riduzione degli sprechi e acquisire una maggiore consapevolezza sul tema. La community presente nella piattaforma AWorld offre un ambiente interattivo in cui condividere progressi, accedere a contenuti educativi e monitorare i risultati individuali e collettivi, rendendo il percorso verso la sostenibilità semplice e coinvolgente. Perché alla fine è semplice: ogni volta che buttiamo del cibo, non stiamo sprecando solo risorse, ma anche i soldi che abbiamo usato per comprarlo”. 

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!