Fabrizio Corona, come sta il figlio Thiago: “Non c’è cosa peggiore che vederlo stare male”. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) –
Fabrizio Corona ha trascorso le ultime ore in ospedale perché il figlio Thiago non è stato bene. Il piccolo, avuto dalla relazione con la compagna Sara Barbieri, è nato lo scorso 21 dicembre e a causa di una bronchiolite è stato ricoverato in ospedale. 

“Questo scricciolo ha avuto la sua prima bronchiolite, non c’è stata cosa peggiore di averlo visto stare male… Ma è un torello di 6 kg e sta reagendo bene”, ha scritto Fabrizio Corona a corredo dello scatto che lo ritrae sopra il lettino d’ospedale mentre abbraccia il piccolo Thiago. “Sei il mio cuore baby Thiaghino speriamo di tornare presto a casa”, ha concluso l’ex re dei paparazzi. 

 

 

Dalla foto condivisa sui social dalla giovane compagna Sara Barbieri, il piccolo Thiago che ha compiuto da poco un mese, appare sereno tra le braccia del suo papà. La bronchiolite è un’infezione virale che colpisce più gravemente i neonati, ma i due genitori sono fiduciosi e sperano che possano presto tornare a casa.  

 

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!