Fini: “Per difendere l’Europa ci vogliono le armi”. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) – “Capisco chi a sinistra dice no alle armi ma vogliamo un’Europa più forte. Ma come la difendi l’Europa, con i fiori? Per difendersi ci vogliono le armi, è difficile dirlo ma è la verità”. Lo ha detto Gianfranco Fini ad ‘Agorà’, sui Raitre.  

Riguardo ai dazi, “cosa poteva fare l’Unione europea? Ha risposto per le rime e ha fatto l’unica cosa che si può fare. Anche perché Trump un giorno dice una cosa e il giorno dopo non sempre dice la medesima cosa”, ha osservato Fini. 

Sull’Ucraina, ha poi sottolineato, “noi siamo dove dovevamo essere e dove siamo sempre stati. Si può dire tutto del governo Meloni ma non ha avuto esitazioni a dire sto con l’Occidente e con il popolo ucraino e ha sempre detto non possiamo contribuire a rendere più distanti le sponde dell’Atlantico”.  

“Qualcuno ha ironizzato su questo, ha detto Meloni crede di fare il pontiere, ma lei ritiene che l’Italia debba fare quel che può per tenere insieme il doveroso appoggio al popolo ucraino senza dare l’impressione agli Stati Uniti di voler recidere un legame storico”, ha aggiunto l’ex ministro degli Esteri.  

Quanto a Putin “mente sapendo di mentire, non si può dire invado l’Ucraina per denazificarla. Si tratta esclusivamente di una volontà, che c’è ancora, di allargare la sfera di influenza di Mosca in particolar modo verso quegli Stati che un tempo facevano parte dell’Unione sovietica”.  

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!