Fondi per l’emergenza Covid nelle tasche della ‘ndrangheta. otto arresti

L’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Milano, con il procuratore aggiunto Alessandra Dolci e il pm Bruna Albertini, il Nucleo di polizia economico tributaria della Guardia di Finanza di Milano ha individuato infiltrazioni della ‘ndrangheta nel tessuto economico lombardo.
Uomini del clan Greco di San Marco Marchesano, in provincia di Crotone, federato col potente clan Grande Aracri di Cutro, potentissimo in Emilia Romagna e al centro del maxiprocesso Emilia.

Grazie ad alcune imprese gestite da uomini della cosca attraverso prestanome, sono emerse condotte di autoriciclaggio dei proventi illeciti per oltre mezzo milione di euro. Parte di questi fondi sono stati trasferiti in Bulgaria e in Inghilterra. Il clan ha incassato fondi attestando un falso volume d’affari, perché basato su fatture false.

E’ nel settore del commercio dell’acciaio che è venuta alla luce una maxi-frode fiscale. Prestanome e società che hanno emesso fatture false. L’operazione ha portato all’arresto di otto persone connesse alla ‘ndrangheta. Sono stati disposti sequestri per 7,5 milioni di euro.
Una persona affiliata alle cosche calabresi ha ottenuto contributi a fondo perduto dei finanziamenti per le imprese previsti per l’emergenza Covid e intendeva beneficiare tre società che hanno partecipato alla frode.

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!