L’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Milano, con il procuratore aggiunto Alessandra Dolci e il pm Bruna Albertini, il Nucleo di polizia economico tributaria della Guardia di Finanza di Milano ha individuato infiltrazioni della ‘ndrangheta nel tessuto economico lombardo.
Uomini del clan Greco di San Marco Marchesano, in provincia di Crotone, federato col potente clan Grande Aracri di Cutro, potentissimo in Emilia Romagna e al centro del maxiprocesso Emilia.
Grazie ad alcune imprese gestite da uomini della cosca attraverso prestanome, sono emerse condotte di autoriciclaggio dei proventi illeciti per oltre mezzo milione di euro. Parte di questi fondi sono stati trasferiti in Bulgaria e in Inghilterra. Il clan ha incassato fondi attestando un falso volume d’affari, perché basato su fatture false.
E’ nel settore del commercio dell’acciaio che è venuta alla luce una maxi-frode fiscale. Prestanome e società che hanno emesso fatture false. L’operazione ha portato all’arresto di otto persone connesse alla ‘ndrangheta. Sono stati disposti sequestri per 7,5 milioni di euro.
Una persona affiliata alle cosche calabresi ha ottenuto contributi a fondo perduto dei finanziamenti per le imprese previsti per l’emergenza Covid e intendeva beneficiare tre società che hanno partecipato alla frode.