Gilet gialli. L’inizio della fine di un grande movimento di protesta?

Il più grande movimento di contestazione d’Europa che ha destato simpatie trasversali, quegli stessi che si sono schierati contro il sistema che giudicano vessatorio e soffocante e hanno gridato a gran voce contro il Governo francese invocando le dimissioni di Macron, adesso, dopo un periodo di maggiore calma nelle proteste, sono tornati in piazza, agguerriti e determinati a mettere a ferro e fuoco la capitale francese.

Da spettatore dei Tiggì, ma anche da osservatore della politica, mi sono interrogato sulle ragioni di un’escalation di violenza quasi immotivata (almeno secondo me) i cui danni e la devastazione hanno lasciati sbigottiti i loro stessi sostenitori, che si sono interrogati sulla reale efficacia di dar fuoco ad un’automobile di un privato cittadino o ad un’edicola di giornali. Il tutto naturalmente mentre si accanivano con furia contro ristoranti, bancomat e ovviamente negozi prestigiosi, fino ad arrivare a mettere in serio pericolo due persone (madre e figlia) a causa di un incendio appiccato ad una banca al piano terra di un edificio. Tutte azioni da guerriglia urbana che però poco hanno a che vedere con gli obiettivi contestati e col Governo, azioni che danneggiano chi capita, sia esso il grande imprenditore col negozio fiko e di gran lusso, sia l’operaio che non trova più il suo motorino perché è stato usato per fare barricate e poi probabilmente è stato dato alle fiamme. Evidentemente se uno non riesce a prendersela con l’oggetto della sua rabbia, si trova a ripiegare su quello che capita, solo che il risultato non è proprio lo stesso!

Si è parlato della presenza dei Black bloc, i famigerati gruppi che, per portare avanti le loro “ragioni”, usano sistemi di violenza distruttiva e fanno muro contro muro con le Forze dell’ordine.
Questi temibili Black bloc, secondo alcuni sono in realtà dei gruppi con infiltrati dei “figli del Potere”, che hanno il solo obiettivo di destabilizzare l’opinione pubblica. Un po’ come si disse per le Brigate Rosse degli “anni di piombo”, anche in quel caso ci fu chi alluse alla presenza di infiltrazioni del Potere e dei Servizi segreti con lo scopo di ingenerare un sentimento critico nell’opinione pubblica, una sorta di rigetto verso chi metteva in pratica una lotta al sistema, con l’uso estremo della violenza.

Certo il paragone tra i Gilet gialli e le Brigate Rosse, appare distante e non proprio aderente, ma è ciò che rende bene l’idea di quello che secondo me sta succedendo. A mio modo di pensare, se si vuole distruggere un nemico, la maniera più radicale, è farlo dall’interno. Se si taglia la testa della bestia, la si eleva a vittima, ma se gli si cambia il cuore e la si rende odiosa, allora tutti invocheranno la sua distruzione. Tant’è che il ministro dell’Interno francese, Cristophe Castaner esprimendosi sui manifestanti ha potuto definirli “assassini” senza che le sue parole abbiano scatenato reazioni. E in momento diverso da ieri, quelle parole avrebbero sortito uno sdegno popolare della Madonna che probabilmente sarebbe sfociato addirittura nella richiesta di dimissioni di Castaner.

E allora la considerazione evidente è che ancora una volta vince il Potere, quel Potere che adesso definisce i manifestanti nient’altro che dei violenti, che hanno il solo obiettivo della distruzione. E i cittadini? Quelli che ad esempio hanno visto distrutta l’auto dell’amico o del vicino di casa, che non c’entrava un cazzo con la rabbia dei protestanti, quelli cosa penseranno adesso? Cosa passerà per la mente di quelli che hanno vissuto la paura degli assalti e di quelli che invece hanno assistito all’incendio della banca che ha messo in pericolo di vita una madre e di sua figlia? Ecco, il limite è stato superato e ora i tanti simpatizzanti dei Gilet gialli, quasi vergognandosi del loro sentimento di vicinanza, si ritraggono e si schierano dalla parte di coloro che giudicano.

La perdita di consenso popolare determinerà l’implosione dei Gilet gialli?
La mia è solo la teoria di un uomo che fa troppa dietrologia e mi assumo la responsabilità di quanto scrivo, ma se anche solo qualcuno ravvisasse le sue stesse sensazioni in questo mio pensiero fantapolitico dalle tinte complottistiche, allora è segno evidente che il gioco dei potenti è smascherato (sempreché esista una regia occulta).

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!

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