Groenlandia, la premier danese contro Trump: “Non si può spiare un alleato”. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) – “Non si può spiare un alleato”. Questa la reazione della premier danese Mette Frederiksen alla notizia secondo cui gli Stati Uniti avrebbero intensificato l’attività di intelligence sulla Groenlandia. Le sue parole arrivano dopo che un’inchiesta negli Usa ha rivelato che le agenzie di spionaggio avrebbero ricevuto l’ordine di concentrarsi sulla Groenlandia – l’isola territorio autonomo della Danimarca che Donald Trump vorrebbe annettere – in particolare sul movimento per l’indipendenza e sul sentimento dell’opinione pubblica riguardo all’estrazione delle risorse minerarie da parte americana. 

Ieri, l’incaricata d’affari degli Stati Uniti a Copenaghen, Jennifer Hall Godfrey, è stata convocata al ministero degli Esteri dal sottosegretario Jeppe Tranholm-Mikkelsen, per fornire spiegazioni in merito alle rivelazioni contenute nell’articolo pubblicato dal Wall street journal. Rivelazioni che il ministro degli Esteri danese, Lars Løkke Rasmussen ha definito “molto preoccupanti”. “Non ci si spia tra amici, stiamo esaminando la questione con grande serietà”, ha detto. Mentre il premier della Groenlandia, Jens-Frederik Nielsen, si è espresso sull’accaduto, definendolo inaccettabile e irrispettoso.  

Da Washington la direttrice dell’intelligence nazionale, Tulsi Gabbard, non ha smentito il contenuto della storia, ma ha condannato duramente i responsabili della fuga di notizie riservate, sostenendo di aver trasmesso tre segnalazioni di reati al dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, in merito a queste “voci”. Gabbard ha anche apostrofato il Wall Street Journal con parole al vetriolo: “Dovrebbero vergognarsi per aver aiutato il ‘deep state’ che cercano di indebolire il presidente politicizzando e diffondendo informazioni riservate. Stanno violando la legge e minando la sicurezza e la democrazia della nostra nazione. Chi divulga informazioni sensibili verrà individuato e perseguito con il massimo rigore della legge”. 

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!