Il Governo continua ad aver ragione e c’è chi ha il mal di pancia!

Peccato assistere ai battibecchi tra i due vicepremier, perché in questo momento pare arrivare una raffica di conferme all’azione del Governo.

Malgrado previsioni da Cassandra, da parte dell’Inps di Boeri, che prevedeva almeno 8mila posti di lavoro persi e nonostante Confindustria, che avvisava che: “pur perseguendo obiettivi condivisibili”, il testo del Dl Dignità avrebbe reso più incerto e imprevedibile il quadro delle regole per le imprese, disincentivando gli investimenti e limitando la crescita, secondo i dati diffusi da Eurostat, il numero dei disoccupati nel nostro Paese, tra febbraio e marzo, è diminuito di circa 96 mila unità.

E’ la riduzione più considerevole tra i Paesi dell’Unione: oltre il triplo del calo della disoccupazione spagnola (poco più di 30mila) e dieci volte tanto rispetto ai francesi (poco più di 9mila).
Con buona pace di quanto temuto dalle imprese all’indomani del varo del Dl Dignità, non siamo quindi precipitati nel baratro, anzi!

L’economista e attuale presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ispiratore dell’intervento legislativo, sembrerebbe aver avuto ragione poiché gli effetti del Decreto stanno dando una spallata alla disoccupazione, favorendo il lavoro a tempo indeterminato a discapito del precariato.
Dai dati pubblicati dall’Inps emerge che: “durante il mese è ripresa la crescita degli occupati, ormai vicina ai livelli massimi registrati a metà del 2018 con una significativa espansione delle classi di età più giovani. Si registra un aumento dei dipendenti permanenti e una diminuzione di quelli con contratto a termine: sono 64 mila in più i lavoratori con impiego fisso, mentre calano di 31 mila unità le condizioni di lavoro a tempo determinato.

Senza voler aprire polemiche ulteriori sul contrasto e sulle aspre critiche provenienti dalla sinistra e dai sindacati, che non si sa bene perché avversino l’idea di mettere sul tavolo anche la Misura sul “Salario minimo” che sarà proposta a breve dal Movimento 5 Stelle, c’è da auspicare che anche questa, dopo che avrà passato il fuoco di fila degli avversari politici, produrrà indirettamente un ulteriore scossone positivo all’economia.

A fronte di un adeguato stipendio e minore sfruttamento, risulterà maggiore ricchezza (si fa per dire) nelle tasche dei lavoratori e questi disporranno di maggiore potere d’acquisto.
Ma al momento è prematuro azzardare ipotesi sui riflessi del Mercato interno, anche se l’ottimismo fa sperare in un settore, quello del Lavoro, che finalmente dopo anni di caos, riesce a ritrovare la strada.

Forse iniziano anche a vedersi gli effetti dell’entrata in vigore del nuovo regime forfettario, la Flat tax per le imprese, perché torna a salire il numero degli imprenditori che a marzo sono stati 14 mila in più di febbraio (circa 51 mila in più rispetto al marzo precedente).
In un mese sono saliti a 5 milioni e 341 mila i lavoratori autonomi.

Insomma la tendenza del lavoro ha superato anche le attese del Governo. Nel Def infatti, si era indicato il tasso di disoccupazione per quest’anno all’11% cioè quasi un punto percentuale in più di quanto si è registrato a febbraio. (ma l’anno è ancora lungo…).
Uno sviluppo perciò che supera le previsioni. Le stime dell’Inps confermano un aumento del Pil nel primo trimestre (in risalita dopo 4 trimestri di flessione).

Il peggio è passato, si potrebbe concludere, anche se la prudenza ci impone di non sbandierare vittoria. Tuttavia le “ragioni” dell’Esecutivo di Governo, sembrano avviate a continue conferme. Chissà che questi elementi, non producano soddisfazioni a quelli che speravano e continuano a sperare nel successo del Governo e chissà che parallelamente non causino mal di pancia a quelli che invece si ostinano a remare contro!

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!