Alessandro Giuli succede alla guida del ministero della Cultura a Gennaro Sangiuliano, dimessosi dopo lo scandalo Boccia. Era stato proprio Sangiuliano a nominarlo presidente del MAXXI col compito di rompere l’egemonia della sinistra nel mondo della cultura. Vediamo chi è Alessandro Giuli e cosa aspettarci da lui.
Il percorso politico
Il neo-ministro Giuli alla guida alla Cultura forma la sua coscienza politica a destra, già da adolescente milita nel Fronte della Gioventù. Più avanti poi dirigerà “Il Foglio” assieme a Giuliano Ferrara. Dice di sentirsi “nella sinistra della destra”. Alessandro Giuli ha adesso nel suo portafoglio un impegno importante, quello del G7. Giorgia Meloni ha dichiarato: Giuli farà meglio di Sangiuliano nella lotta all’egemonia culturale della sinistra. “Proseguirà il rilancio della cultura nazionale, consolidando la discontinuità rispetto al passato, che gli italiani ci hanno chiesto e che abbiamo avviato dal nostro insediamento ad oggi”.
La formazione
Romano di nascita (1975) ha studiato filosofia, ma sebbene abbia completato il ciclo degli esami non ha mai conseguito la laurea. Approda al giornalismo trascinato ne Il Foglio, come vicedirettore da Giuliano Ferrara nel 2008 per poi diventarne condirettore nel 2017. Ha firmato per altre testate giornalistiche, tutte legate alla destra come il Tempo, Libero, il Corriere dell’Umbria. Giuli ha anche scritto alcuni libri. E’ sposato con Valeria Falcioni, giornalista per Sky ed ha una sorella, Antonella, addetta stampa del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida.
Insomma le scelte del governo non cadono mai troppo lontane dalla cerchia di amici e parenti.
A sinistra nella destra
Viene indicato come rappresentante della destra progressista e lui stesso si definisce un uomo nella sinistra della destra. La destra comunque pulsa nel sangue di Giuli: il nonno fece la marcia su Roma e Salò, il padre era sindacalista Cisnal iscritto al Movimento sociale. Ma la sua storia familiare vede anche il nonno materno attivo nella Resistenza e la madre di fede democristiana.
Prosciugare le pozzanghere di fascismo
Secondo Giuli, la destra dovrebbe prosciugare le pozzanghere di fascismo, dice che si può rinunciare al 2% dei nostalgici. Ai tempi delle candidature per le presidenziali Usa diceva che non avrebbe mai votato per Trump, ma per Biden se avesse avuto la certezza che la futura vice, ne avesse preso il posto dopo le elezioni. Quando Renzi sgomitava nel Pd, si era lasciato affascinare da “un certo tipo di renzismo, alla necessità di un ‘Royal baby’, come lo chiamava Ferrara”. Oggi afferma, quasi facendola sembrare una supercazzola: “Diciamo che, così come oggi mi sento nella sinistra della destra, all’epoca mi sentivo nella destra del renzismo”. Una nota sul sentimento di Giuli è la sua dichiarata simpatia per la segretaria del Pd, Elly Schlein.
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