Il padre della Borgonzoni, scrive alla figlia: hai detto falsità in campagna elettorale

“La gente deve sapere che in questa campagna elettorale hai detto falsità e hai diffamato tuo padre, scatenando la macchina del fango leghista contro di me”, scrive Giambattista Borgonzoni.

Sul sito web TPINEWS, stamani è pubblicata la verità del papà della candidata per l’Emilia, Lucia Borgonzoni.
L’articolo a firma di Giulio Gambino, spiega come la campagna elettorale sia avvelenata nel privato da un’opposizione familiare adagiata sulla questione politica.
Loro, padre e figlia hanno rotto i rapporti da alcuni anni e sono schierati su due fronti politici opposti. Lucia è la candidata leghista che corre alle regionali, Giambattista invece scende in piazza e manifesta contro Salvini con le Sardine.

“La gente deve sapere che in questa campagna elettorale hai detto falsità e hai diffamato tuo padre, scatenando la macchina del fango leghista contro di me”, racconta l’uomo. Poi prosegue: “Il mio giudizio su di te è positivo, per come sai destreggiarti nell’agone politico, anche se abbiamo idee diverse. Ma sulle tue pagine Facebook hai lasciato che mi infamassero e hai accettato che fossi massacrato senza alcun motivo”.

La lettera si conclude con l’auspicio di Giambattista che laddove la figlia dovesse vincere le elezioni (e riceverà comunque i suoi complimenti), non sia “menzognera in pubblico come lo è stata in privato contro lui e contro la memoria del nonno.

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!