Il Pd denuncia una “strumentalizzazione fascista”: mascherine con la faccia del duce

Il senatore Dem, Vincenzo D’Arienzo, con un post su Facebook evidenzia quella che definisce una provocazione.

Sul post pubblicato nel social, D’Arienzo scrive: “Fermare subito il mercato dell’orrore! Un’azienda veronese commercializza mascherine con su stampata la faccia di Mussolini. Tra le tante cose che possono capitare in una pandemia, quella di vendere mascherine per la protezione individuale con l’effige del duce fascista è la più sgradevole di tutte”.

Ma il senatore prosegue nel suo testo, indicando quello che ravvisa come reato: “Chi commercializza quel prodotto inneggia al fascismo e ne favorisce l’apologia, un fatto deplorevole da condannare con fermezza. Da un lato c’è l’emergenza e la necessità di tutelare la vita umana e dall’altro, approfittando di ciò, c’è la ricerca spasmodica del profitto utilizzando la propaganda politica con un assassino che ha iniettato nel Paese il virus della razza e dell’intolleranza verso gli altri. Una massiccia dose di ignoranza di cui Verona poteva fare a meno e che spero chieda conto a costoro che ne stanno infangando il nome, ancora una volta. La società civile e democratica non consenta a nessuno di riportarci al passato, in un periodo storico in cui non era un virus che uccideva le persone, ma proprio quel fascista disegnato sulle mascherine”.

Soprassedendo sulle ragioni politiche che hanno destato lo sdegno del senatore Pd, va ammesso che strumentalizzare una cosa di tale gravità come una pandemia, è comunque condannabile. Resta poi la questione dell’apologia di fascismo che è comunque un reato previsto dal nostro Codice.
Insomma ha ragione l’esponete Dem a protestare contro questa pratica che se non venisse immediatamente bloccata farebbe da apripista a qualunque altra strumentalizzazione.
Non appare elegante e nemmeno opportuno approfittare di un problema sociale per scopi diversi, chi fa questo non può pretendere scuse plausibili e non può trovare giustificazione alcuna. Viene infine da chiedersi chi sarebbe disposto ad andare in giro con una mascherina recante un’effige sicuramente controversa. Anche se: de gustibus non est disputandum…

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!