In mare le acque della centrale di Fukushima Focus.it – Scienza

 Inizia giovedì 24 agosto l’annunciato sversamento dell’acqua di raffreddamento della centrale nucleare di Fukushima in mare. Il sito gestito dalla TEPCO nel nordest del Giappone, protagonista del peggior disastro nucleare dopo quello di Chernobyl, da dieci anni impiega acqua per raffreddare ciò che resta dei reattori, dopo la distruzione indotta dal terremoto e dallo tsunami del 2011.. Capacità esaurita. L’acqua utilizzata a Fukushima proviene da pioggia, falde sotterranee e iniezioni di liquidi indispensabili a contenere la radioattività del materiale rimasto all’interno dell’impianto. In questi dodici anni nel migliaio di container di acciaio davanti alla centrale si sono accumulate 1,34 milioni di tonnellate di acqua, abbastanza da riempire 540 piscine olimpioniche. Non c’è più spazio, e il piano della TEPCO in accordo con il governo nipponico è il graduale rilascio delle acque, filtrate e diluite, nell’oceano nei prossimi 30 anni. Si prevede uno scarico di al massimo 500.000 litri al giorno attraverso un condotto sottomarino proteso per un chilometro nell’oceano, lontano dalla costa.. Decontaminata… o quasi. Lo speciale sistema di filtraggio usato dalla TEPCO chiamato Alps (Advanced Liquids Processing System), che utilizza filtri chimici capaci di trattenere i radionuclidi (i nuclei atomici instabili) ha rimosso dall’acqua della centrale di Fukushima tutti gli elementi radioattivi a eccezione del trizio, un isotopo dell’idrogeno, che rimane comunque in concentrazioni piuttosto basse. Come spiega Riccardo Oldani su Focus 337, «presente naturalmente in tutte le acque del Pianeta, il trizio ha una radioattività considerata poco pericolosa, perché non penetra i tessuti viventi. Ma può comunque produrre danni agli organismi se viene ingerito o inalato a concentrazioni elevate».. Il processo di diluizione. Il trizio è rilasciato gradualmente dalle centrali nucleari nelle vie d’acqua, e la TEPCO ha spiegato di aver diluito le acque di Fukushima fino a portare i livelli di radioattività residua a 1.500 becquerel per litro (Bq/L: il becquerel è l’unità di misura dell’attività di un radionuclide), ben al di sotto dei 60.000 Bq/l consentiti dalla normativa giapponese. L’acqua di rilascio di Fukushima risulterà ulteriormente diluita una volta rilasciata nelle acque del mare. Anche l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) delle Nazioni Unite ha dato parere favorevole al rilascio e offerto la sua supervisione tecnica.. Le polemiche. Di diverso avviso sono alcune organizzazioni ambientaliste, che avanzano dubbi sull’effettiva depurazione di tutte le acque scaricate dall’impianto, nonché le associazioni di pescatori giapponesi, preoccupate che la decisione possa avere un impatto sulla percezione pubblica del loro pescato, e che i consumatori scelgano di rivolgersi ad altri mercati..