Italia blocca vaccini verso Australia che minimizza ma ricorre in Ue

L’Italia ha bloccato l’esportazione di 250 mila dosi di vaccino da AstraZeneca verso l’Australia.
Il Paese dei simpatici canguri ha infatti registrato nei primi di marzo 11 casi di Covid. Aveva ordinato 100 milioni di dosi malgrado una popolazione di 25 milioni di abitanti.

ecco come i vaccini sono stati bloccati

L’Italia è ricorsa al meccanismo istituito dalla UE. Così il 2 marzo, l’obiezione italiana all’autorizzazione, ha ricevuto il consenso della Commissione europea.
“Chi non rispetta i contratti non può esportare, le aziende non devono essere scusate”.
Il ministro degli Esteri Di Maio ha emesso il diniego formale nello stesso giorno che L’Unione europea ha informato sul provvedimento in oggetto.

I motivi dell’opposizione dell’Italia

Dai dati ufficiali della Commissione europea risultano autorizzate finora 174 richieste di esportazione verso Paesi extraeuropei.
Le ragioni del veto italiano sono motivate dal fatto che l’Australia è ritenuta un Paese “non vulnerabile”, 11 casi e 20 persone ricoverate, di cui una in intensiva. Inoltre a fronte di 25 milioni di abitanti il Paese ha ordinato 100 milioni di dosi, di cui 53 da AstraZeneca. Infine il ritardo nella fornitura prevista dalla Farmaceutica anglosvedese che ha causato “penuria di vaccini nell’Ue e in Italia”.

Le reazioni indifferenti dell’Australia

Riporta il portavoce del ministero della Salute australiano che la spedizione del vaccino AstraZeneca dall’Italia “non è stata presa in considerazione” nel piano di distribuzione per le prossime settimane.
“Si tratta di un lotto da un un Paese”, ha spiegato il portavoce, precisando che gia 300 mila dosi sono state ricevute da AstraZeneca ed oggi, 5 marzo, inizierà la somministrazione.
Nella nota del ministero della Salute è precisato inoltre che l’attuale lotto, e le forniture Pfizer, saranno sufficienti fino all’incremento di produzione di AstraZeneca.

Ma il ministro reagisce comunque

Il ministro della Salute australiano Greg Hunt, dopo il comunicato rassicurante, solleva però la questione in Commissione Ue.
In data odierna l’Australia chiede il riesame della decisione del blocco. Ammette tuttavia che le dosi non inviate non influiranno sul programma di vaccinazione.
Hunt ha dichiarato ai giornalisti a Melbourne: “L’Australia ha sollevato la questione con la Commissione europea attraverso più canali, e in particolare abbiamo chiesto alla Commissione europea di rivedere questa decisione”.

Italiani cattivi, poveri australiani

Evidentemente la reazione dell’Australia non è dettata da contingenza sanitaria, ma in ragione di un atto formale teso a stabilire il diritto all’approvvigionamento dei vaccini.
Forse è solo un’istanza di facciata con l’intento di tacitare le possibili reazioni di stupore dei cittadini.
E’ ovvio che il nostro Paese non giochi il ruolo di “cattivo” ma punti evidentemente al rispetto degli accordi, in ragione del calendario programmato per la campagna vaccinatoria.

Articolo pubblicato dall’autore in Informareh24.it

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!

Italia blocca vaccini verso Australia che minimizza ma ricorre in Ue

L’Italia ha bloccato l’esportazione di 250 mila dosi di vaccino da AstraZeneca verso l’Australia.
Il Paese dei simpatici canguri ha infatti registrato nei primi di marzo 11 casi di Covid. Aveva ordinato 100 milioni di dosi malgrado una popolazione di 25 milioni di abitanti.

ecco come i vaccini sono stati bloccati

L’Italia è ricorsa al meccanismo istituito dalla UE. Così il 2 marzo, l’obiezione italiana all’autorizzazione, ha ricevuto il consenso della Commissione europea.
“Chi non rispetta i contratti non può esportare, le aziende non devono essere scusate”.
Il ministro degli Esteri Di Maio ha emesso il diniego formale nello stesso giorno che L’Unione europea ha informato sul provvedimento in oggetto.

I motivi dell’opposizione dell’Italia

Dai dati ufficiali della Commissione europea risultano autorizzate finora 174 richieste di esportazione verso Paesi extraeuropei.
Le ragioni del veto italiano sono motivate dal fatto che l’Australia è ritenuta un Paese “non vulnerabile”, 11 casi e 20 persone ricoverate, di cui una in intensiva. Inoltre a fronte di 25 milioni di abitanti il Paese ha ordinato 100 milioni di dosi, di cui 53 da AstraZeneca. Infine il ritardo nella fornitura prevista dalla Farmaceutica anglosvedese che ha causato “penuria di vaccini nell’Ue e in Italia”.

Le reazioni indifferenti dell’Australia

Riporta il portavoce del ministero della Salute australiano che la spedizione del vaccino AstraZeneca dall’Italia “non è stata presa in considerazione” nel piano di distribuzione per le prossime settimane.
“Si tratta di un lotto da un un Paese”, ha spiegato il portavoce, precisando che gia 300 mila dosi sono state ricevute da AstraZeneca ed oggi, 5 marzo, inizierà la somministrazione.
Nella nota del ministero della Salute è precisato inoltre che l’attuale lotto, e le forniture Pfizer, saranno sufficienti fino all’incremento di produzione di AstraZeneca.

Ma il ministro reagisce comunque

Il ministro della Salute australiano Greg Hunt, dopo il comunicato rassicurante, solleva però la questione in Commissione Ue.
In data odierna l’Australia chiede il riesame della decisione del blocco. Ammette tuttavia che le dosi non inviate non influiranno sul programma di vaccinazione.
Hunt ha dichiarato ai giornalisti a Melbourne: “L’Australia ha sollevato la questione con la Commissione europea attraverso più canali, e in particolare abbiamo chiesto alla Commissione europea di rivedere questa decisione”.

Italiani cattivi, poveri australiani

Evidentemente la reazione dell’Australia non è dettata da contingenza sanitaria, ma in ragione di un atto formale teso a stabilire il diritto all’approvvigionamento dei vaccini.
Forse è solo un’istanza di facciata con l’intento di tacitare le possibili reazioni di stupore dei cittadini.
E’ ovvio che il nostro Paese non giochi il ruolo di “cattivo” ma punti evidentemente al rispetto degli accordi, in ragione del calendario programmato per la campagna vaccinatoria.