(Adnkronos) – È tornato Dusan Vlahovic. L’attaccante serbo, dopo un periodo di digiuno che lo aveva confinato in panchina, ha ritrovato gol e fiducia nella partita contro l’Empoli, vinta dalla Juventus 4-1 in rimonta. Subentrato a Yildiz al 65′, Vlahovic ha giocato in coppia con Kolo Muani, autore di una doppietta nel match dello Stadium e spostato sulla destra dopo l’inserimento del serbo.
Proprio la concorrenza del francese, arrivato nel mercato di gennaio dal Psg e già autore di tre gol in due partite, sembra aver scosso Vlahovic, che contro l’Empoli è entrato in campo con grinta e voglia, al contrario di quanto si era visto mercoledì scorso, nella sconfitta di Champions contro il Benfica.
Quello contro l’Empoli è il 13esimo gol della stagione di Vlahovic, una gioia che gli mancava in campionato dallo scorso 14 dicembre contro il Venezia, mentre l’ultima rete bianconera è datata 17 dello stesso mese, nel match di Coppa Italia contro il Cagliari. Nel mezzo ci sono state critiche e indiscrezioni, con il mercato che ha fatto la sua parte destabilizzando ambiente e giocatore.
Ecco perché dopo il gol contro l’Empoli, Vlahovic ha chiuso gli occhi e ha alzato le mani simulandosi direttore d’orchestra, per raccogliere l’esultanza del suo pubblico. Nessuna polemica insomma verso quei tifosi che non hanno esitato a fischiarlo e con cui c’è stato qualche attrito in passato. E a confermarlo è stato proprio lo stesso attaccante serbo con un chiaro messaggio condiviso sul proprio profilo Instagram: “Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”.
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Pubblicato da Giorgio Consolandi
Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico.
Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte.
Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino.
La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso.
Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo.
Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi.
Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese.
I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!
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