La governatrice della Calabria contro le indicazioni del governo. Oggi riaprono bar e ristoranti

Iole Santelli autorizza la riapertura dei mercati e dei locali con tavoli esterni. La presidente della Regione consente anche la ripresa degli sport individuali.

In Calabria quindi, ristoranti, bar, pasticcerie, pizzerie, agriturismo con tavoli all’aperto tra poche ore potranno riaprire.

La sorpresa

Con ordinanza pubblicata poco prima delle ore 22 del 29 aprile La governatrice Santelli ha deciso così. Eppure appena un paio di giorni prima aveva minacciato di blindare i confini della regione contro un nuovo esodo verso Sud.
Invece nella serata di ieri ha stabilito che era ora di riaprire le attività. Una decisione che non è piaciuta agli amministratori locali, pure a quelli di centrodestra. E non ha riscosso favore nemmeno dai titolari delle attività, che hanno appreso in tarda serata la notizia.
Dal governo arrivano immediate proteste che preannunciano battaglia sulla presa di posizione.

Ma per adesso la cosa sicura e che oggi, giovedi 30 aprile (e non il 4 di maggio come indicato dal governo), in Calabria apriranno bar, pasticcerie, agriturismi, ristoranti e pizzerie. Ma l’attività non sarà limitata all’asporto, ma potranno fare servizio ai tavoli. Per il resto del Paese il servizio ai tavoli era fissato per giugno e non certo un mese prima e comunque all’aperto e in osservanza delle misure anti-contagio.

le ragioni dell’ordinanza

Con una nota la presidente della regione Calabria ha spiegato che sono previste “misure nuove, al pari di altre regioni e alcune uniche sul territorio nazionale; tutte parlano il linguaggio della fiducia. Poiché in queste settimane i calabresi hanno dimostrato senso civico e rispetto delle regole, è giusto che oggi la Regione ponga in loro fiducia. Sapranno dimostrare buon senso nel gestire i nuovi spazi di apertura che la Regione ha deciso di consentire, anche oltre il dettato del Governo”.

i pareri

Tajani si è schierato a fianco di Iole Santelli, in sostegno a quella che è corretto definire come una sfida al governo.
Di diverso parere sono invece i sindaci calabresi. Michele Tripodi, il primo cittadino di Polistena ha dichiarato: “Dal modello tutto chiuso al modello tutto aperto (prima del tempo), tranne ovviamente per gli ambulatori della sanità pubblica ancora avvitata su stessa”. Tripodi ha inoltre avvisato i suoi concittadini che non ci saranno modifiche fino al 4 maggio.
Giuseppe Falcomatà, il sindaco di Reggio Calabria, ha invece affidato le sue parole di protesta a Facebook, scrivendo: “A volte la realtà supera la fantasia. Non si gioca sulla pelle e sulla salute dei cittadini. Spero che la notti porti consiglio, in caso contrario ci determineremo di conseguenza”.
Decine di amministratori hanno emesso o annunciato provvedimenti per differire l’entrata in vigore della nuova ordinanza.
Domenico Giampà sindaco di San Pietro a Maida differisce tutto di almeno 24 ore “allo scopo di poter concordare la ripresa delle attività con gli esercenti”.
A Castrovillari, il sindaco Pino Capalbo ha annunciato che fino all’esito dei tamponi, tutto resterà fermo. Da altri comuni grandi e piccoli di tutta la Calabria sono arrivate ordinanze che bloccano quella emessa dalla Regione.
I Comuni in dissenso sono: San Pietro Apostolo, Carlopoli, Settingiano, Pentone, Gimigliano, Sellia, Martirano Lombardo, Cardinale, Isca sullo Ionio, Aquaro, Diamante, Guardia, Palmi, Montalto Uffugo, ma l’elenco si è continuato ad allungare nelle ore che sono seguite.

Si registrano contrari all’ordinanza regionale anche molti dei grandi centri urbani amministrati dal centrodestra, come Lamezia Terme, il cui primo cittadino, Paolo Mascaro, ha pubblicamente dichiarato di essere avverso alle indicazioni della presidente della Regione.
Sergio Abramo, il sindaco di Catanzaro, rivale in Forza Italia di Santelli, non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, ma fonti a lui vicine assicurano che non avrebbe gradito la decisione.

Sarebbe solo Mario Occhiuto, il sindaco di Cosenza che per il momento si dice d’accordo con la Santelli ed ha affermato: “ha fatto bene Jole a riaprire subito bar e ristoranti all’aperto, anche perché in Calabria non cambierebbe niente con un mese di chiusura in più”.

La protesta del Pd

Contraria l’opposizione di centrosinistra in Consiglio regionale, che considera il provvedimento di Santelli in contrasto con il decreto del governo.

Dal Pd, l’ordinanza della governatrice viene definita “fuori da ogni logica e, anticipatrice senza una ragione, delle disposizioni nazionali che entreranno in vigore il 4 maggio, priva di qualsiasi senso di responsabilità istituzionale”.
Il Pd rivolgendosi ai calabresi dice “se, in violazione di norme sanitarie nazionali ripartiranno i contagi in quei bar o ristoranti che aprono (tra l’altro senza linee guida nazionali), quelle persone avranno tutto il diritto di chiedere i danni alla Regione”.

Attacco duro

L’invito alla cautela ai cittadini calabresi arriva dall’ex candidato governatore Pippo Callipo, leader del movimento “Io Resto in Calabria”. Afferma di essere certo che “i cittadini si dimostreranno più responsabili di chi li governa”. Quella di Santelli, fa notare “è un’ordinanza molto imprudente ed evidentemente in contraddizione con quanto sostenuto da lei stessa fino a ieri”, ma il sospetto è che sia “utile solo a un eventuale contenzioso con il governo di cui proprio non si sentiva il bisogno. Non vorremmo che tutto ciò risponda a una strategia politica concordata tra i governatori di centrodestra. Se così fosse, vorrebbe dire che si sta giocando sulla pelle dei cittadini calabresi per meri calcoli politici”.
Un affondo, questo di Callipo che denuncia scopi meramente politici piuttosto che ragioni di interesse di salvaguardia economica delle aziende calabresi.

contro-sorpresa

La sorpresa più grande arriva però proprio dal dissenso dei ristoratori, i quali hanno scritto da Catanzaro: “La governatrice è passata dal <volere l’esercito> e al <la Calabria aprirà dopo che saremo sicuri> di qualche giorno fa al <liberi tutti siamo in fase 3>, di questa sera”.
I ristoratori hanno inoltre annunciato che non ci sarà alcuna riapertura fin quando non sarà istituito un tavolo tecnico-politico con la Regione. Accusano che “La presidente ha preferito snobbarci e di fatto pensa con questa ordinanza di risolvere le problematiche del nostro settore, oppure pensa di creare spaccature tra chi ha gli spazi all’aperto e chi no. La norma discriminatoria mira sicuramente ad innescare una guerra tra “poveri” come sempre la politica in Calabria ha preferito fare”.
Anche questa risposta degli operatori della ristorazione sposta i motivi su ragioni politiche e la polemica si spinge anche oltre…

effetto boomerang?

I muri alzati contro il provvedimento anticipatore delle decisioni del governo starebbero invalidando un’azione tesa a mettere in discussione lo stesso esecutivo e anzi parrebbero schiacciare proprio l’esecutrice di questo “atto di guerra”. Saranno le prossime ore che riveleranno se dal Governo partirà una “controffensiva” contro Iole Santelli o se tutto finirà con l’implodere in casa centrodestra.

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!