Non ho particolare astiosità verso i ladri, la mia parte disonesta (tutti ne abbiamo una) ne resta anzi ammirata. Fermo restando il disgusto per i mafiosi e per coloro che si approfittano dei deboli. Tanto per intenderci, una rapina alla Ocean’s eleven, non è esattamente la stessa cosa di uno schifoso scippatore che porta via la pensione ad un anziano.
Confesso di provare anche una malcelata ammirazione per quelli che riescono a stampar banconote o verso i falsari di quadri, di quest’ultimi sono affascinato dalla bravura certosina nella riproduzione di dipinti che dei pazzi (si fa per dire…) acquistano a fior di milioni.
Coloro per i quali provo invece un’insano sentimento omicida (anche questo lo abbiamo tutti) sono gli sciacalli, quelli che si aggirano tra le macerie post terremoto per fare incetta di oggetti di valore o che saccheggiano cadaveri.
Gli sciacalli sono persone senza morale, senza sentimento alcuno, sono quelli che venderebbero i propri figli se ne avessero l’opportunità, sono feccia dell’umanità.
Rubare ai poveri è qualcosa che travalica persino lo sciacallaggio, è un atto vile che non può trovare giustificazione in alcun modo. Quello che è accaduto alla Caritas di Brindisi è esattamente questo: hanno rubato ai poveri!
La mattina del 1°aprile la Caritas Diocesana ha ricevuto una importante donazione dalla fondazione “Puglia per la Vita”, fondata da Al Bano Carrisi e Massimo Ferrarese, allo scopo di fornire sostegno alle famiglie in difficoltà a causa della crisi Coronavirus. I prodotti, tutti generi alimentari, sono stati suddivisi e successivamente distribuiti nelle 40 parrocchie della diocesi.
Nella notte alcuni sciacalli sono penetrati nel deposito della Caritas, rompendo una finestra e si sono portati via, utilizzando un mezzo di trasporto di proprietà della Diocesi, olio, latte e passata di pomodoro.
La Polizia di Stato ha immediatamente avviato le indagini e la mattina del 3 aprile, gli agenti della Digos hanno trovato parte della refurtiva al quartiere Paradiso, in casa di due persone già note alle forze dell’ordine.
I due, denunciati per ricettazione, hanno dichiarato di aver comprato il cibo per pochi euro, ma non hanno detto dove e da chi. La refurtiva è stata riportata alla Caritas. E non distante dalle abitazioni dei due denunciati, è stato ritrovato il mezzo utilizzato per il furto.
Tra la merce ritrovata manca buona parte dell’olio, che naturalmente è il bene più costoso. Sulle bottiglie c’è l’etichetta che indica “prodotto non commerciabile”. La speranza è che qualcuno leggendola possa restituirla. Ma restando in tema diocesano… E’ più facile che un cammello…
Dalle mascherine ai prodotti disinfettanti, dai rincari ingiustificati nei negozi di generi alimentari e ortofrutta nei piccoli paesi, alle speculazioni di finte associazioni che raccolgono denaro per famiglie in difficoltà, in questo periodo stiamo assistendo a numerosi artifizi che alcuni schifosi mettono in piedi per lucrare sulla pelle degli altri. Sarebbe opportuno che tra i tanti decreti, se né producesse uno che dichiarasse il pugno duro e la tolleranza zero, verso chi opera furti o truffe o comunque approfitta del’emergenza per i propri loschi scopi. Per coloro sarebbe corretto (a mio modo di vedere) applicare la legge militare. Non dico che andrebbero fucilati sul posto, ma che almeno vengano sbattuti in galera a marcire per qualche anno, altro che denuncia a piede libero. E adesso datemi pure del fascista che tanto io non cambio parere, per me la merda va schiacciata è basta!