Le accuse del cardinale: il Coronavirus, creato in laboratorio da un Paese ricco e potente

Malgrado siano sempre smentite le voci che affermano che il Covid-19 sia uscito da un laboratorio, in un articolo apparso sul quotidiano Il Mattino, lo scorso mercoledì, Malcom Ranjith, un cardinale srilankese, arcivescovo di Colombo, si dice convinto che il Coronavirus non sia frutto di un contatto tra uomo e animale, ma sia frutto di una creazione in laboratorio.

A tale proposito, secondo quanto riferisce la stampa locale, il vescovo rivolgendosi ai fedeli durante una messa a porte chiuse, avrebbe detto che: “dovrebbero essere aperte delle indagini dalle Nazioni Unite per arrivare ad un processo che veda i responsabili accusati di genocidio”.

Il capo della Chiesa Cattolica Romana dello Sri Lanka, ha riportato Il Messaggero, sostiene la sua teoria affermando che sia il frutto “di sperimentazioni di una nazione ricca e potente. Alcuni virus di cui parliamo in questi giorni sono il prodotto di sperimentazioni senza scrupoli. Dobbiamo mettere al bando questo tipo di sperimentazioni che portano al risultato della perdita di vite e causano dolore e sofferenze a tutta l’umanità”.

Le esternazioni dell’arcivescovo hanno ovviamente dato adito a discussioni in tutto il Paese, dove al momento della dichiarazione del cardinale i casi accertati di infezione da Coronavirus nello Sri Lanka erano 28, per lo più a causa di contagi da parte di turisti italiani.
Malcolm Ranjith ha comunque continuato a sostenere la sua tesi: “Questi tipi di ricerche non le realizzano persone nei Paesi poveri, ma laboratori di Paesi ricchi. Produrre queste cose è un crimine per l’umanità. Chiedo al Signore di arrivare a rivelare chi ha seminato questo veleno. Penso che le Nazioni Unite debbano attivarsi per capire come è nato tutto questo incidente e castigare i responsabili. Queste ricerche dovrebbero essere proibite”.

Il cardinale non ha prodotto alcuna prova a sostegno di un virus creato in laboratorio, e nemmeno ha fatto riferimento a nomi o Paesi, ma ha insistito che dovrebbe esserci un’indagine internazionale da parte dell’ONU.

Nei giorni scorsi, La CNN ha evidenziato che il 12 marzo Zhao Lijian, il portavoce del ministero degli esteri cinese, aveva accusato che il Coronavirus sarebbe “stato portato” in Cina dall’esercito americano e non avrebbe avuto origine da Wuhan. Tuttavia nessuna prova a sostegno di quanto affermato è stata portata dallo stesso Zhao Lijian né da altre fonti autorevoli.

Intanto, allo scopo di sostenere gli sforzi del governo dello Sri Lanka per il contenimento del contagio, La chiesa ha sospeso tutte le messe per due settimane.
I dati di giovedì 19 marzo erano di 51 casi accertati di infezione – 1.700 persone in quarantena in strutture dello Stato e 4.400 in auto-isolamento nelle proprie abitazioni.
Il governo ha inoltre vietato l’ingresso nello Sri Lanka ai viaggiatori provenienti da 8 Paesi europei, compresi Norvegia, Belgio e Regno Unito. Le scuole sono state chiuse fino al 20 aprile, per precauzione.

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!