Libano, Usa nominano Jasper Jeffers per supervisionare il cessate il fuoco. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) – Un generale Usa per l’attuazione del cessate il fuoco in Libano. Gli Stati Uniti hanno nominato il maggiore Jasper Jeffers, Special Operations Command Central (Soccent), per coordinare – insieme all’inviato speciale del presidente Joe Biden, Amos Hochstein – l’attuazione e il monitoraggio del meccanismo di cessazione delle ostilità tra Israele e Libano. 

Secondo il Centcom, “il meccanismo sarà presieduto dagli Stati Uniti e sarà composto dalle Forze armate libanesi, dalle Forze di difesa israeliane, dalle Forze di interim delle Nazioni Unite in Libano (Unifil) e dalla Francia”. Hochstein ricoprirà il ruolo di co-presidente civile fino alla nomina di un funzionario civile permanente. 

Le forze israeliane dispiegate nel Libano meridionale fanno sapere intanto di aver trovato armi di Hezbollah nascoste in una moschea. E che una nave lanciamissili della Marina israeliana ha intercettato un drone nel Mar Mediterraneo che si stava dirigendo verso Israele ed era stato lanciato presumibilmente dall’Iraq. 

Nella notte, un altro drone diretto verso Israele dall’Iraq è stato abbattuto dall’aeronautica militare israeliana. 

Intanto il procuratore della Corte penale internazionale che ha spiccato il mandato d’arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha esortato la Camera d’appello della Cpi a respingere il tentativo di Israele di sospendere i mandati di arresto emessi nei confronti del primo ministro e dell’ex ministro della Difesa Yoav Gallant. Secondo il procuratore Karim Khan l’appello non soddisfa le condizioni legali richieste dalle norme della Cpi e afferma che la decisione contestata da Israele non riguarda “l’ammissibilità”, un requisito fondamentale per tali appelli, ma affronta invece reclami procedurali sull’indagine.  

Citando precedenti sentenze della Cpi, Khan sostiene che il caso dovrebbe restare alla Camera ‘Pre-Trial’, dove Israele ha già presentato la sua richiesta separata. Sostiene inoltre che non vi è alcuna base per sospendere i mandati di arresto. La Camera d’appello non ha ancora deciso se esaminerà l’appello di Israele. 

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