Lo ha detto davvero!

Salvini sul Ponte sullo stretto di Messina

Il testo che segue è quanto scritto in una lettera ricevuta da un lettore siciliano. Liberenotizie la pubblica secondo la logica del “riceviamo e pubblichiamo”, senza alterarne, modificarne o tagliarne il contenuto, ritenendola una testimonianza importante del sentimento di alcuni. Il mittente ha chiesto di non essere menzionato e Liberenotizie ne rispetta il desiderio. Buona lettura.

La lettera

Gentile direttore, questa mia lettera aperta potrebbe intitolarsi Lo ha detto davvero, perché certe frasi fanno sobbalzare e uno si chiede e per caso non ha capito male. Non sono un percettore del reddito di cittadinanza, ma conosco molto bene diverse situazioni di famiglie disgraziate che grazie a questa misura di sostegno alla povertà hanno ricominciato a fare la spesa. Spero mi capisca.
Personalmente non ho nemmeno grande simpatia per il Movimento 5 stelle per le loro guerre interne che ne hanno segnato il passo fin dalla prima ora. Sarei però disonesto se non ammettessi che sono stati l’unica forza politica che s’è mossa in favore delle classi meno abbienti oltre a promuovere iniziative e leggi per combattere mafie infiltrate in appalti e subappalti. La mia terra, sono orgogliosamente siciliano, è da sempre fanalino di coda del paese proprio per i motivi suddetti. Nessun governo fino a oggi ha saputo mettere in campo politiche per il rilancio del mezzogiorno e i siciliani disoccupati non sono solo un argomento per riempire i telegiornali, essi esistono e soffrono davvero e non gli frega niente a nessuno.

Vengo al punto sennò mi ritrovo a scrivere milioni di parole e finisco col distrarre dal focus di ciò che voglio dire.
E’ risaputo che una certa parte politica cerca da sempre di mettere in discussione il reddito di cittadinanza e lo fa con la complicità dei media compiacenti. Dalle mie parti si dice che non si butta il bambino con l’acqua sporca, e chi lo fa aggiungo io, è un incapace se non in malafede addirittura.

Matteo Salvini, e stiamo parlando di un vicepremier mica d’un locco qualsiasi, per enfatizzare l’importanza del ponte sullo stretto ha detto che costerà quanto un anno di reddito di cittadinanza ma che durerà decenni. Sempre dalle mie parti ma sono certo che si capisce in tutta Italia, diciamo che è una minchiata. Lo è direttore perché ha fatto un esempio ridicolo e strumentale. Chissà quanti ponti si fanno con gli stipendi di parlamentari in un anno? Lei che dice? Vogliamo fare due conti?

Io lo so che probabilmente non terrà conto di quanto sto dicendo e so che è difficile che autorizzi la pubblicazione di questo mio sfogo. Siccome però mi capita di leggere le notizie sulla sua testata e trovo a volte delle critiche ho pensato che potessi unirmi anch’io con le mie.
Quello che voglio che si capisce è che siamo tanti a essere stanchi di essere presi in giro. Che ci sfottono e ci danno dei mafiosi e dicono che siamo incapaci di tenere il passo col settentrione. Levassero stu reddito e poi vediamo come la delinquenza aumenta perché uno deve mangiare e far mangiare i figli. Gentile direttore io non ho mai rubato e mi spacco la schiena con un lavoro brutto ho studiato un pochino ma non ho trovato di meglio. Però c’è chi non trova manco un lavoro brutto e mangia pane e pane e i figli pure mangiano pane e pane. Dov’è finita la dignità di chi prende di mira i poveri e prende ordini dagli imprenditori? Questo governo sarà un problema se non c’è nessuno che lo fa ragionare.

Rispettosamente saluto e se per caso pubblica la mia lettera le chiedo se può non mettere il mio nome perché non voglio che poi mi prendono di mira, anche questo lo capisce.

Foto tratta da Youtube 

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!