(Adnkronos) –
Marina La Rosa ha raccontato che il figlio 15enne è stato aggredito nel centro di Roma, a Trastevere mentre passeggiava con alcuni amici. L’ex concorrente del Grande Fratello, ha spiegato sui social la dinamica dell’aggressione e ha criticato l’operato delle forze dell’ordine.
“Mio figlio sabato sera passeggiava tranquillamente con un suo amico a Trastevere, erano le 23 circa”, spiega Marina La Rosa con una storia pubblicata su Instagram. “È stato raggiunto da qualcuno o qualcosa e ha ricevuto un pugno sul viso, si è girato ma non ha capito neanche da chi arrivasse. Girandosi ha visto il suo amico che si stava rialzando da terra perché era stato colpito anche lui da qualcuno”, ha raccontato l’ex gieffina.
Poi, spiega: “C’è questo gioco di colpire la gente e poi nascondersi tra le persone e non essere sgamati”, ha aggiunto, mostrandosi visibilmente irritata.
Marina, la mamma del ragazzo aggredito, ha denunciato pubblicamente l’operato delle forze dell’ordine, dicendo di non avere fiducia nel sistema: “Non mi fido perché sono andata a fare la denuncia e i poliziotti stessi mi hanno confermato che ormai Trastevere è praticamente il Bronx e loro il sabato sera sono tra i tre e i sette poliziotti a gestire questa zona”.
“Una zona come Trastevere – continua la 48enne – così complicata possibile che venga sorvegliata di sabato sera, quando c’è un fiume di gente, solo dai tre ai sette poliziotti? C’è una distribuzione sbagliata delle forze dell’ordine? Scriverò al comune di Roma, perché vorrei che tutti quelli che vanno a Trastevere tornassero a casa tranquilli e sani e salvi”.
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Pubblicato da Giorgio Consolandi
Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico.
Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte.
Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino.
La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso.
Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo.
Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi.
Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese.
I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!
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