Morto operaio in un cantiere nel bergamasco, schiacciato da una lastra

Ancora un incidente mortale sul lavoro. Il tragico episodio è avvenuto stamattina nel bergamasco. Un uomo di 46 anni, è rimasto ucciso mentre stava lavorando in un cantiere. E’ successo alle 10 di questa mattina, in largo Antonio Canova a Pagazzano.

Da una prima ricostruzione l’operaio è rimasto schiacciato da una lastra di metallo caduta dall’alto. Le ferite sono subito apparse gravissime e i soccorritori al loro arrivo,  non hanno potuto far altro che constatare la morte dell’uomo.

Per la ricostruzione completa della dinamica dell’incidente stanno operando sul posto i carabinieri di Treviglio e il personale tecnico dell’Ats di Bergamo. Sul luogo dell’incidente sono naturalmente presenti anche i Vigili del fuoco.

Morto operaio in un cantiere nel bergamasco, schiacciato da una lastra

Ancora un incidente mortale sul lavoro. Il tragico episodio è avvenuto stamattina nel bergamasco. Un uomo di 46 anni, è rimasto ucciso mentre stava lavorando in un cantiere. E’ successo alle 10 di questa mattina, in largo Antonio Canova a Pagazzano.

Da una prima ricostruzione l’operaio è rimasto schiacciato da una lastra di metallo caduta dall’alto. Le ferite sono subito apparse gravissime e all’arrivo, i soccorritori non hanno potuto far altro che constatare la morte.

Per la ricostruzione completa della dinamica dell’incidente stanno operando sul posto i carabinieri di Treviglio e il personale tecnico dell’Ats di Bergamo. Sul luogo dell’incidente sono presenti anche i Vigili del fuoco.

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!