Napoli, Manna accusa: “Noi ricattati e costretti a cedere Kvaratskhelia”. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) – Tensione a Napoli. Nonostante il primo posto in classifica, la dirigenza azzurra è al centro delle critiche per un mercato invernale che ha deluso tifosi e allenatore, con Antonio Conte che non ha mai nascosto il proprio malcontento. A tappare il buco lasciato dall’addio di Kvicha Kvaratskhelia direzione Psg è arrivato, nell’ultimo giorno di mercato, Noah Okafor in prestito con diritto di riscatto dal Milan. Non abbastanza per la piazza. 

Per provare a buttare acqua sul fuoco, il direttore sportivo Giovanni Manna è intervenuto in conferenza stampa, puntando il dito proprio verso Kvaratskhelia: “Noi lo ringraziamo per quello che ha fatto a Napoli in questi anni, per tutto quello che ha dato alla città. Abbiamo provato a rimediare a una situazione diventata complicata a luglio, poi di nuovo a novembre e a dicembre. Siamo stati costretti a cederlo in questa sessione di mercato perché ci siamo trovati non dico ricattati, ma quasi. Non è vero che la cessione di Kvara serviva per risanare il bilancio, perché fino a 20 giorni prima stavamo trattando il rinnovo, poi il mercato e la volontà del giocatore ci hanno portato a prendere una strada diversa”. 

Le accuse di Manna si aggiungono a un ragionamento complessivo che vuole spiegare, o almeno provarci, un mercato deludente: “Penso sia oggettivo che è andato via un giocatore importante, e noi abbiamo provato a intervenire sul mercato per sostituirlo. Lui era probabilmente il miglior giocatore della rosa, per status e qualità, e non siamo riusciti a finalizzare alcune trattative perché a gennaio ci sono parametri diversi ed è spesso difficile che calciatori forti decidano di sportarsi”, ha spiegato il direttore sportivo, “ci siamo trovati di fronte a valori non congrui con le nostre valutazioni e parametri, soprattutto salariali”. 

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!