Alexei Navalny, l’oppositore russo, sta continuando il suo sciopero della fame per ottenere adeguate cure per i dolori alla schiena e l’intorpidimento delle gambe.
la testata online “Meduza“, un aggregatore di notizie e articoli in russo, ha pubblicato che Navalny è stato trasferito dall’infermeria della colonia penale IK-2 di Pokrov, a una cella. Nel quotidiano si legge che ogni giorno “l’amministrazione minaccia di imporgli l’alimentazione forzata”.
Meduza, citando poi l’account Twitter del leader dell’opposizione contro Putin, pubblica i commenti. “Vedendo la serietà dello sciopero della fame, ogni giorno l’amministrazione minaccia di iniziare l’alimentazione forzata. Ancora non lo fanno visitare da un medico”.
Da quando è ospite forzato nella colonia penale – secondo il tweet citato da Meduza – Navalny ha perso 15 chili e ora pesa 77 Chili.
Lo scorso 6 aprile, Olga Mikhailova, la legale del dissidente, aveva detto che Navalny aveva perso 13 chili, precisando che otto di questi, li aveva persi prima di iniziare lo sciopero della fame.
Navalny trasferito in ospedale per problemi respiratori leggi qui la breve nota
Articolo pubblicato dall’autore in ifattinews.it
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Pubblicato da Giorgio Consolandi
Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico.
Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte.
Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino.
La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso.
Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo.
Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi.
Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese.
I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!
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