Il prossimo Decreto Sostegni bis conterrà una misura in sostegno al lavoro. Il governo si pone l’obiettivo di evitare i licenziamenti quando scadranno i termini del blocco, ossia alla fine di giugno. Il premier Draghi ed il ministro del Lavoro Orlando sono al lavoro per la ripartenza cercando di conservare il livello occupazionale.
Il contratto di rioccupazione
Un contratto a tempo indeterminato, legato alla formazione. Prevede un periodo di prova della durata massima di sei mesi. L’impresa otterrà uno sgravio contributivo per l’intero 100%. Ma in caso di mancata assunzione lo sgravio dovrà essere rimesso.
In altre parole il datore di lavoro non paga nulla per la contribuzione dovuta per il lavoratore, posto che questo superata la prova venga effettivamente assunto. Se così non fosse la ditta dovrà pagare allo Stato i contributi nell’importo previsto.
Nell’esecutivo di governo è aperto il confronto e si ipotizza che interverranno delle modifiche alla bozza. Sarà comunque nel Consiglio dei ministri che saranno indicati i dettagli.
Alcuni osservatori politici e del mondo del Lavoro, esprimono cauto ottimismo verso quella che definiscono una “misura poco incisiva”.
Altri invece, pensano che lo sgravio di un semestre permetta il riavvio delle imprese che non si troveranno in questo periodo il gravame dei costi che una volta che la ripartenza è avvenuta sarebbe sopportabile.
Misure alternative
Nel Decreto sarebbe inclusa anche l’opzione del contratto di solidarietà, ma solo destinato alle aziende con un calo del fatturato non inferiore al 50%. Il contratto permetterebbe una retribuzione al 70%, posto che vengano mantenuti i livelli occupazionali.
Anche in questo caso le impressioni sono contrastanti. La sintesi è che piuttosto che cedere posti di lavoro, tutti restano in azienda ma con la paga decurtata del 30%. Un lavoratore che percepisce un salario, ad esempio, di 2.000 euro si ritrova con una busta paga da 1.400 euro. Ma conserva il posto di lavoro.
C’è inoltre un provvedimento nella parte del Decreto riservato al Lavoro che interessa i contratti in espansione. Per questa tipologia è previsto un abbassamento della soglia a 100 dipendenti per le aziende che vorranno disporre lo “scivolo verso l’uscita” e per la riduzione dell’orario.
Tutte misure dalla connotazione non proprio “indolore” Ma destinate a contenere i rischi di dover pagare gli effetti della crisi anche dopo scongiurata la pandemia.
Tratto dagli articoli pubblicati dall’autore in iFattiNews e InformareH24