Omicidio Mollicone, Franco Mottola: “Costernati ma l’assassino di Serena è ancora in giro”. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) – “Siamo costernati che ancora non si trovi l’assassino. Siamo vicini ai familiari di Serena, alla sorella, però l’assassino è ancora in giro e questo non dipende da noi ma dagli investigatori che si sono fossilizzati su di noi tralasciando tutto il resto”. Lo ha detto Franco Mottola, ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce, nella conferenza stampa convocata a Roma dopo la sentenza della Cassazione che ha disposto un processo di Appello bis per il maresciallo, per il figlio Marco e per la moglie Annamaria.  

“Abbiamo fiducia nella giustizia fino a prova contraria e speriamo che segua la retta via”, ha detto Mottola.  

 

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!