(Adnkronos) – “Pamela Prati pensava di vincere”, ma così non è stato. La showgirl, protagonista di ‘Ne vedremo delle belle’, non avrebbe digerito bene la finale dello show di Carlo Conti – che ha visto trionfare la showgirl Lorenza Mario – tanto da scappare via. A fare chiarezza ci ha pensato Domenico Marocchi, inviato de ‘La volta buona’, che ha seguito Pamela Prati dietro le quinte subito dopo la proclamazione.
Dopo la proclamazione di Lorenza Mario, Pamela Prati è scappata dietro le quinte non rilasciando dichiarazioni alle telecamere. “Pamela è rimasta male di qualcosa, è molto sensibile”, ha detto Laura Freddi. “Lei è stata prima in quasi tutte le puntate, forse si aspettava di vincere”, ha aggiunto Adriana Volpe, cercando di capire i motivi della collega primadonna.
“Tutta strategia sin dall’inizio, Pamela si è sempre sottratta a tutti, ha rosicato quando ha visto vincere Lorenza Mario. Lei era sicura di vincere”, ha poi commentato nello studio di Caterina Balivo il costumista Lorenzo Ciacci.
Adriana Volpe ha rivelato in studio di aver incontrato Pamela Prati dopo la puntata: “È venuta nel mio camerino, era tranquillissima e serena, mi ha abbracciata e mi ha spiegato ‘Io resisto fino a un certo punto con la tensione e l’emozione. Finito il programma, sono andata via. Non leggeteci nulla di negativo'”, ha però spiegato, facendo chiarezza.
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Pubblicato da Giorgio Consolandi
Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico.
Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte.
Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino.
La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso.
Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo.
Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi.
Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese.
I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!
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