Papa Leone XIV, la cugina: “Sono pronta ad aiutarlo, mi chiami pure”. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) – “Che emozione grandissima è stata vederlo affacciarsi alla Loggia delle Benedizioni. Avere un Papa in famiglia è una benedizione, una cosa incredibile. Noi abbiamo lo stesso trisavolo di parte paterna, ma non ho mai avuto il piacere di incontrarlo perché, sebbene fosse in Perù, io mi sono trasferita in Italia appena sposata. Sono l’unica a star qui, perché tutta la famiglia è in Perù. A migliaia di chilometri di distanza, stiamo festeggiando insieme. Appena passerà questo momento e sarà meno indaffarato, lo andremo a trovare in Vaticano e gli regaleremo l’albero genealogico grande e originale”. Lo dice all’Adnkronos Carmen Prevost, cugina di papa Leone XIV, peruviana ma residente a San Severino Marche, città natale del marito, dove fa la casalinga e studia italiano dalle suore del Vietnam nel monastero di Santa Caterina. 

“Quando ho sentito pronunciare il suo nome, mi è venuta la pelle d’oca, sono quasi morta dall’emozione. Ho pianto, ho riso – dice ancora commossa – è stata un’emozione grandissima. E poi, che bello vedere che non aveva indossato le scarpe rosse. In fondo al cuore sapevo che sarebbe stato eletto Papa. Ho seguito da vicino il suo percorso, seppur a distanza. E’ una persona davvero meravigliosa, semplice, legata al popolo, alle persone più povere: ha fatto nel mio Paese un lavoro preziosissimo. Lui è quello di cui la Chiesa ha bisogno, in un momento affatto facile. Certo, è dura, ma se dovesse aver bisogno, io, che porto sempre la bandiera di Cristo, sono pronta ad aiutarlo. Mi chiami pure. Ora che papa Francesco ha aperto una porta per le donne, è il momento di farsi sentire”. (di Silvia Mancinelli) 

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!