Papa raffreddato e senza voce: “Francesco più esposto a rischio infezioni respiratorie”. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) –
Papa Francesco, raffreddato e affaticato anche oggi, tanto da affidare la lettura della catechesi a un collaboratore durante l’udienza generale in Aula Paolo VI. “Voglio chiedere scusa: con questo forte raffreddore è difficile parlare. Ho chiesto a mio fratello di leggere la catechesi, la leggerà meglio di me”, le parole del Santo Padre. Del resto, “il Pontefice per la sua attività incontra ogni giorno centinaia di persone, di conseguenza è più esposto al rischio di infezioni respiratorie. L’abbassamento della voce di Papa Francesco probabilmente è dovuto a tracheite in aggiunta al raffreddore, d’altronde per virus respiratori questi sono i giorni di maggiore diffusione. E la sua è sicuramente un’infiammazione delle alte vie respiratorie”, spiega all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni direttore scientifico della Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali, commentando le condizioni di salute del Papa. 

I numeri delle sindromi simil-influenzali sono in aumento in Italia in queste settimane di avvicinamento al picco stagionale. L’ultimo bollettino segnalava oltre un milione di casi in una settimana.  

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!