Paura in chiesa: alla messa di Natale un musulmano entra e grida Allah…

E’ accaduto durante la messa di mezzanotte del 25 dicembre a Maclodio, un paesino nel bresciano di circa 1.500 abitanti.
Nel corso della lettura del Vangelo, un uomo, chiaramente alterato, è entrato in chiesa gridando Allah e altre frasi in arabo…
Molti dei presenti raccolti in preghiera hanno pensato subito ad un attentato perché l’uomo aveva una mano dietro la schiena, ma fortunatamente non aveva armi.

Sono subito intervenuti dei ragazzi che, insieme al sindaco, lo hanno bloccato e spinto fuori. Il Primo cittadino ha immediatamente chiesto l’intervento dei Carabinieri.
Tutto si è svolto piuttosto rapidamente in un clima di forte tensione e comprensibile paura.

Era già conosciuto dalle Forze dell’Ordine, l’uomo che è stato portato dai militari in caserma. Da sei mesi si era trasferito da Maclodio a Travaglio, un paese distante poco più di 7 chilometri, da dove è partito in sella alla sua bicicletta per arrivare appunto alla chiesa di Maclodio dove si stava svolgendo la messa natalizia.

Un episodio che probabilmente è stato causato da uno stato di alterazione e che si è risolto nel migliore dei modi ma che poteva avere esiti pesanti, se non per i fedeli alla funzione religiosa, per l’uomo che ha fatto il suo ingresso inopportuno in un luogo sacro, poiché considerando il clima di tensione che siamo ormai abituati a vivere proprio a causa dei vari attentati terroristici, la reazione dei presenti avrebbe potuto sfociare in un linciaggio pubblico. E’ sicuramente stato provvidenziale l’intervento del sindaco e quello immediato dei Carabinieri, che hanno saputo riportare tutti alla calma e ridimensionare l’episodio all’azione di un disturbatore in evidente stato di alterazione.

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!