Philip Lane, il capo economista della Bce, in un blog sul sito della Banca Centrale scrive: “Siamo pronti a fare di più e ad adottare tutti i nostri strumenti, se necessario, per assicurare che gli alti spread che vediamo oggi, a causa dell’accelerazione del Coronavirus, non mettano in pericolo la trasmissione della nostra politica monetaria in tutti i Paesi dell’Eurozona”.
E, con molta probabilità, il segnale è stato colto dalle Borse. La Borsa di Milano, dopo il crollo di ieri e il provvedimento della Consob che vieta le vendite allo scoperto, pare aver riacquistato nuova linfa.
Il Ftse Mib avanza dell’1,43% a 15.108 punti. Piazza Affari ha uno scatto in salita col Ftse Mib che guadagna il 6,2% a 15.825 punti.
Sono diversi i titoli rimasti “in pre-apertura” perché non sono riusciti a “fare prezzo” per eccesso di rialzo. Tra questi Leonardo, Buzzi, Mps, Ubi e Banca Generali.
I Mercati europei in rialzo dopo il tonfo di ieri, con i danni del Coronavirus sull’economia globale. Aprono in sensibile rialzo la Borsa di Parigi +4,7%, di Francoforte +3,49%, la Borsa di Londra che fa registrare un +3,2% e quella di Madrid col +6,5%.
Anche lo spread torna a scendere dopo la dichiarazione di Philip Lane. Il differenziale tra il Btp e il Bund scende a 243 punti base da 250, col tasso all’1,79%.
Male le Borse asiatiche che chiudono in rosso sulla scia di Wall Street che ha registrato il peggior calo dal Black Friday del 1987.
Mercati che risentono della “crisi” del Coronavirus in ambito mondiale dell’economia.
Giù la Borsa di Tokyo che chiude a -6,08%, ai minimi dagli ultimi 30 anni.
Scende la Cina con Shanghai a -1,2%, Shenzhen con -1% e Hong Kong che fa registrare un più pesante calo del 2,5%.
Non va meglio Seul -3,4%, ma capitalizza Mumbai +1,3%.
Lo yen si apprezza sul dollaro a 105,40 e sull’euro a 118,20 sul Mercato valutario.
In Cina, i Mercati riducono le perdite nel finale di seduta: l’indice Composite di Shanghai chiude con un calo dell’1,23%, a 2.887,43 punti, mentre quello di Shenzhen perde l’1,08%, a quota 1.798,98.
Aumentato da ieri dalla Bce, di 120 miliardi, il programma di acquisti di titoli per il 2020, con l’intenzione di assicurare una “presenza robusta” sul mercato obbligazionario. E in risposta a situazioni di fuga dal rischio o shock di liquidità, “potranno esserci fluttuazioni temporanee nei flussi di acquisti, sia in termini di classi di asset che di Paesi”, Scrive Philip Lane sul blog della Bce.