Renato Brunetta: con l’aiuto di Renzi, andiamo a comandare…

No, non si tratta di una brutta imitazione di Brunetta della canzone di Rovazzi, ma dell’audace tesi, spiegata in un’intervista, dall’ex ministro forzista, che individua come possibile asso nella manica, Matteo Renzi.

Spiega in sintesi come dovrebbe avvenire la cosa: “Basta che si decida e faccia un governo con noi, centrodestra unito e le altre forze che si potrebbero aggregare”. Poi precisa: “Basta che Renzi voti con noi sulla giustizia. Lui è contro questa oscena riforma della prescrizione. Quello può essere il primo fondante banco di prova”.

Brunetta afferma che già esiste quella che lui definisce una “quasi perfetta coincidenza” tra i programmi con Italia Viva, e dice: “Renzi rappresenta da sempre il suo ‘centro’, vicino al centrodestra. Si può dare vita ad una nuova maggioranza e ad un nuovo governo”…

Ma il fido Forzista non chiude così il suo intervento e anzi si produce in arditi calcoli, cercando così di dimostrare come sarebbe attuabile un rovesciamento dell’attuale governo: “Il centrodestra ha attualmente più o meno 275/280 deputati. Ne occorrono altri 45. Con Italia Viva, più venti grillini che sono già fuori dal Movimento, facciamo un altro governo. E la forza di attrazione di una nuova maggioranza di tal genere e del relativo governo, sarebbe crescente, si rafforzerebbe di giorno in giorno”.

Analisi impeccabile, verrebbe da dire, ma i conti di Renato Brunetta, volendo fare una disamina seria ed un conteggio sulle eventuali reali contrapposizioni, non sarebbe tale da garantire la governabilità, fatte salve le speranze e gli auspici della “forza di attrazione” nella quale conta il buon Renato, che dovrebbero suscitare un effetto valanga ed attivare una “transumanza” di politici pronti al cambio di casacca…

Un modo di fare politica che francamente desta non poco stupore, e volendo usare la gentilezza di adottare un eufemismo, desta anche un sicuro mal di stomaco.

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!