Rkomi, l’ironia sul ‘corsivo’: “A Sanremo nei miei confronti una sorta di bullismo”. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) –
Rkomi, a distanza di due mesi dalla fine del Festival di Sanremo 2025, ha tracciato un bilancio della sua esperienza alla kermesse canora ricordando, tra le altre cose, alcuni episodi spiacevoli. Ospite di Gianluca Gazzoli a ‘Passa dal BSMT’, il cantante ha riportato a galla alcuni dei commenti ironici che ha ricevuto per la sua pronuncia.  

Rkomi, in gara al Festival di Sanremo 2025 con il brano ‘Il ritmo delle cose’, ha parlato delle prese in giro a causa della sua pronuncia. “In queste settimane ho ripensato alla mia esperienza e non è stato molto carino. C’è stata una sorta di bullismo”, ha detto Rkomi senza giri di parole, ricordando i meme generati sui social da parte chi lo accusava di cantare in ‘corsivo’. 

 

“Poi fortunatamente non mi ha toccato perché sono grandicello e perché certe cose le ho già superate. Però se ci ripenso, non è stato carino forse”, ha aggiunto. “Non mi è mai successo fino ad adesso e sicuramente il brano aiutava a portarti a quella cosa lì. Però lo trovo un po’ pazzesco, assurdo. Con tutte le cose che ci sono da fare! Però mi dispiace che di tutto il mio brano, l’unica cosa venuta fuori è quella”, ha concluso il cantante.  

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!