Rubio, Brumotti e lo spaccio al Quarticciolo. E Twitter esplode

Chef Rubio chiama “infame” Vittorio Brumotti e il social si spacca tra favorevoli e contrari alle teorie del celebre cuoco.

L’attacco

L’inviato di Striscia subisce un’aggressione mentre sta facendo un servizio sullo spaccio nel quartiere Quarticciolo di Roma.
Rubio (al secolo Gabriele Rubini) lo attacca su Twitter, appellandolo come “infame”. Rubio punta il dito scrivendo: “Non sapete nulla del core immenso del Quarticciolo, voi giornalisti da strapazzo” e continua giustificando le sue accuse dicendo: “Vi dovreste vergognare per la propaganda infame che riservate a chi è abbandonato dallo Stato, e resiste nonostante tutto con dignità e umanità. Brumotti sei un infame, troppe poche te n’hanno date”.

Proselitismo ideologico

Questo post dello chef è comparso il 20 aprile sul social ed ha innescato la scintilla tra gli utenti che si sono naturalmente divisi nei commenti. Alcuni hanno sposato la filosofia di Rubio, scrivendo invettive all’indirizzo di Brumotti e “giustificando” certi comportamenti figli di un degrado sociale che non offre alternative.
C’è chi ha dato del buffone all’inviato di Striscia la Notizia, colpevole secondo lui di essere solo un “prezzolato” che sfrutta l’altrui disagio per costruire un servizio. Altri hanno “spiegato” che quelli che nascono in certe periferie “non nascono spacciatori, ma spacciati!”. Chi giustifica anche se “ob torto collo” queste attività illecite, si produce poi nella spiegazione che “in certi quartieri, trovare occupazioni vili e orrende come lo spaccio è una scelta obbligata per non morire di fame”.

Riassetto delle opinioni

Rubio naturalmente è stato “massacrato” anche lui per aver “messo il carico” su una vicenda che già di per sé è socialmente carica di tensione e di disagio.

Anche dal mondo della politica c’è chi non ha potuto esimersi dall’intervenire, schierandosi laconicamente contro la posizione critica di Rubio. I commenti sono arrivati da FdI e dalla Lega. E lo chef è stato definito: “vergognoso” e “penoso”.

La controreplica di Rubio

Lui però non demorde, anzi alza il tiro e persevera in quelle che ritiene essere delle ragioni sicuramente valide.
Attacca anche dj Ringo che difendendo Brumotti, aveva accusato Rubio di “inneggiare alla violenza”. Il cuoco risponde chiedendo dove sia “l’inneggio” e aggiunge che “semmai c’è il rammarico” che tutte le “pizze che hai prese – riferendosi a Brumotti – non te sono servite ad imparare la lezione”. Rubio poi aggiunge che evidente “gli piace” essere picchiato, perché altrimenti “non si spiega”.
Definisce Ringo “un analfabeta funzionale come la Meloni e altri due milioni…”.

C’era ancora un sassolino…

Stamattina Rubio ha insistito nella sua personale guerra, sebbene siano passati ormai due giorni dall’inizio della vicenda. Ancora ricorrendo al social ha inferto l’ennesimo colpo ed ha scritto: “Me menano ergo sum cit. @brumottistar”.
Poi non pago delle rimostranze avanzate contro chi secondo lui “spara nel mucchio dall’alto della sua condizione”, aggiunge: “Domani me compro un ber monopattino, chiamo qualche amico mio disoccupato con la camera e me metto a gira’ per gli studi televisivi di tutta Italia cercando cocaina nelle tasche di conduttrici e conduttori. La seconda stagione sarà tutta girata in parlamento. Famo così? Ve va?”.

Articolo pubblicato dall’autore in informareh24.it

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!

Rubio, Brumotti e lo spaccio al Quarticciolo. E Twitter esplode

Chef Rubio chiama “infame” Vittorio Brumotti e il social si spacca tra favorevoli e contrari alle teorie del celebre cuoco.

L’attacco

L’inviato di Striscia subisce un’aggressione mentre sta facendo un servizio sullo spaccio nel quartiere Quarticciolo di Roma.
Rubio (al secolo Gabriele Rubini) lo attacca su Twitter, appellandolo come “infame”. Rubio punta il dito scrivendo: “Non sapete nulla del core immenso del Quarticciolo, voi giornalisti da strapazzo” e continua giustificando le sue accuse dicendo: “Vi dovreste vergognare per la propaganda infame che riservate a chi è abbandonato dallo Stato, e resiste nonostante tutto con dignità e umanità. Brumotti sei un infame, troppe poche te n’hanno date”.

Proselitismo ideologico

Questo post dello chef è comparso il 20 aprile sul social ed ha innescato la scintilla tra gli utenti che si sono naturalmente divisi nei commenti. Alcuni hanno sposato la filosofia di Rubio, scrivendo invettive all’indirizzo di Brumotti e “giustificando” certi comportamenti figli di un degrado sociale che non offre alternative.
C’è chi ha dato del buffone all’inviato di Striscia la Notizia, colpevole secondo lui di essere solo un “prezzolato” che sfrutta l’altrui disagio per costruire un servizio. Altri hanno “spiegato” che quelli che nascono in certe periferie “non nascono spacciatori, ma spacciati!”. Chi giustifica anche se “ob torto collo” queste attività illecite, si produce poi nella spiegazione che “in certi quartieri, trovare occupazioni vili e orrende come lo spaccio è una scelta obbligata per non morire di fame”.

Riassetto delle opinioni

Rubio naturalmente è stato “massacrato” anche lui per aver “messo il carico” su una vicenda che già di per sé è socialmente carica di tensione e di disagio.

Anche dal mondo della politica c’è chi non ha potuto esimersi dall’intervenire, schierandosi laconicamente contro la posizione critica di Rubio. I commenti sono arrivati da FdI e dalla Lega. E lo chef è stato definito: “vergognoso” e “penoso”.

La controreplica di Rubio

Lui però non demorde, anzi alza il tiro e persevera in quelle che ritiene essere delle ragioni sicuramente valide.
Attacca anche dj Ringo che difendendo Brumotti, aveva accusato Rubio di “inneggiare alla violenza”. Il cuoco risponde chiedendo dove sia “l’inneggio” e aggiunge che “semmai c’è il rammarico” che tutte le “pizze che hai prese – riferendosi a Brumotti – non te sono servite ad imparare la lezione”. Rubio poi aggiunge che evidente “gli piace” essere picchiato, perché altrimenti “non si spiega”.
Definisce Ringo “un analfabeta funzionale come la Meloni e altri due milioni…”.

C’era ancora un sassolino…

Stamattina Rubio ha insistito nella sua personale guerra, sebbene siano passati ormai due giorni dall’inizio della vicenda. Ancora ricorrendo al social ha inferto l’ennesimo colpo ed ha scritto: “Me menano ergo sum cit. @brumottistar”.
Poi non pago delle rimostranze avanzate contro chi secondo lui “spara nel mucchio dall’alto della sua condizione”, aggiunge: “Domani me compro un ber monopattino, chiamo qualche amico mio disoccupato con la camera e me metto a gira’ per gli studi televisivi di tutta Italia cercando cocaina nelle tasche di conduttrici e conduttori. La seconda stagione sarà tutta girata in parlamento. Famo così? Ve va?”.