Salmo e la canzone per Emanuela Orlandi, il ringraziamento social del fratello Pietro. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) – “Grazie a Salmo per il brano ‘Il figlio del prete'”. Così Pietro Orlandi ha dato merito al rapper per aver ricordato il caso di sua sorella Emanuela, la cittadina vaticana scomparsa a 15 anni a Roma il 22 giugno del 1983. 

Il brano dal titolo “Il figlio del prete” è inserito nell’ultimo disco di Salmo, ‘Ranch’, uscito ieri, venerdì 9 maggio. Pietro Orlandi, che da anni si batte per conoscere la verità sulla sorte della sorella, cita parte del testo del brano: “‘Il figlio del prete’ nasconde la storia che tutti sapete, ha rapito minori venduti alla fede… figlio di un mostro santificato come il Padre Nostro”. E ancora: “Ispirato alla storia che tutti sapete, grazie Salmo”, queste le parole che compaiono nella storia Instagram di Pietro Orlandi.  

Salmo presentando la traccia ha raccontato di più sul brano: “Mi sono ispirato al documentario ‘Vatican Girl: la scomparsa di Emanuela Orlandi’ perché mi ha spaventato. Mi ha spaventato la verità che contiene e il fatto che viene taciuta. Allora ho iniziato a immaginare una verità parallela, una storia parallela. Ho iniziato a immaginare che il colpevole del sequestro o dell’omicidio fosse il figlio di un prete”. 

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!