Sinner, Panatta nuovo allenatore? L’ex tennista: “Per carità, mi annoierei”. Adnkronos – ultimora

(Adnkronos) –
Adriano Panatta nuovo allenatore di Jannik Sinner? Una suggestione destinata a rimanere tale, almeno per ora. Mentre si avvicina il rientro del tennista azzurro in campo, fissato per gli Internazionali d’Italia, in programma dal 7 al 18 maggio a Roma, continuano i casting per individuare il sostituto di Darren Cahill, supercoach che a fine anno dirà addio al numero uno del mondo. 

Tra le tante suggestioni di cui si parla, c’è anche quella di vedere Panatta, ex tennista azzurro oggi opinionista, nell’angolo di Sinner. Un’ipotesi però smentita con forza proprio da Adriano, protagonista del leggendario trionfo in Coppa Davis nel 1976: “Se mi piacerebbe allenare Sinner dopo lo stop? Per carità, non è la vita che fa per me, tutti i giorni le stesse persone, non è da me”, ha detto a Rai Radio 1. “Il coach deve avere una vocazione quasi monacale, passano minimo 300 giorni insieme. E poi dover parlare sempre di tennis, figuratevi, io mi annoio dopo 5 minuti”, la parole di Panatta 

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Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!