Stella di David sulla porta di casa. Nuovo episodio di antisemitismo

Ancora un episodio di antisemitismo a Bologna, che va a chiudere il mese di gennaio. Come se non fossero bastati quelli degli scorsi giorni a Torino e a Mondovì.

Un uomo, discendente di una famiglia sterminata nella Shoah, ha trovato una stella di David, disegnata al’ingresso di casa sua ed una freccia che indica il suo citofono col suo nome.
Naturalmente l’uomo ha sporto denuncia. Poi ha anche raccontato ai microfoni di Tgr Rai Emilia-Romagna, che lui intorno alle 10 era andato al bar a prendere un caffè ed ha visto questo simbolo sui campanelli di casa. Ha spiegato: “Ho sentito il cuore battere forte, mi si è stretta la gola e mi sono chiesto cosa devo fare?”. Io sono agnostico, ha precisato aggiungendo: “Mi sembrava anche strano subire una discriminazione sulla base di una militanza religiosa. Ho perso nella Shoah tutta la famiglia di mio padre tranne lui”.

Giovedi scorso era toccato a Torino

Due adesivi con la scritta “Sieg Heil” (il simbolo delle SS) e una svastica, erano state trovate nel quartiere Vanchiglia, a Torino. Anche queste erano sul campanello di una donna, figlia di un partigiano e iscritta all’Anpi (Ass. nazionale partigiani d’Italia).

Pochi giorni prima, ancora Torino e Mondovì

“Crepa sporca ebrea” è la scritta apparsa a Torino sui muri di un edificio di corso Casale, dove abita una donna di origini ebraiche, figlia di una staffetta partigiana. Un epiteto brutto e pesante, che addirittura era stato scritto nel “Giorno della Memoria”.
A mondovì (Cuneo) il figlio di una ex deportata, morta a 71 anni nel 1996, ha trovato sulla sua casa la scritta: “Juden hier” (Qui ebrei).

Eurispes pubblica il rapporto sull’antisemitismo

Giovedi 30 gennaio l’Eurispes (un ente privato italiano che si occupa di studi politici, economici e sociali, che opera nel campo della ricerca politica, economica, sociale e della formazione) ha reso noto il suo report, dove si deduce che sia in aumento il numero degli italiani negazionisti della Shoah. Questi italiani sono oggi il 15,6% una percentuale in crescita rispetto agli scorsi anni.
Nello stesso rapporto risulterebbe anche che tra l’11,1 e 16,1 per cento, gli italiani ridimensionano la portata della Shoah.
Un altro dato Eurispes, attesta che il 19,8% del campione, afferma che “Mussolini sia stato un grande leader che ha solo commesso qualche sbaglio”.

Volendo prescindere dal report Eurispes, tutto questo, si fa fatica a ricondurlo ad un discorso politico. Sembra più una moda dissacrante e cattiva, un atto teppistico, piuttosto che un atteggiamento politico. Anche se abbiamo la consapevolezza che il motore sia proprio la politica.
E’ evidente che esista una destra moderata ed una destra più estrema, ma certe “sparate”, difficilmente si riesce ad accostarle a sentimenti squisitamente politici.
Appare addirittura controproducente per la stessa destra, una pratica simile, poiché desta riluttanza nella gente e apre ad aspre critiche qualsiasi confronto.
Sono solo sciocche bravate o questi gesti vanno considerati atti ostili contro una società, tutto sommato emancipata?
Non ci è dato sapere se tutto questo aiuti o indebolisca certe convinzioni politiche. L’unica cosa che sappiamo è che abbiamo tutti bisogno di ripassare la Storia e ricercare sul vocabolario la parola “oltraggio”, perché ogni qualvolta oltraggiamo un morto, continuiamo ad ucciderlo ancora.

Pubblicato da Giorgio Consolandi

Giorgio Consolandi – Romano di nascita, apolide per istinto. Impegnato ideologicamente per il sociale, sento forte da sempre il dovere del perseguimento della giustezza e la difesa dei deboli. Contrasto con ogni mezzo i soprusi, sebbene consapevole che il concetto di società perfetta, rimarrà utopico. Ateo, perché rifiuto il concetto di creatore, pongo l’uomo al centro dell’universo e lo rendo responsabile delle sue scelte. Mi interesso di politica poiché credo sia necessaria una visione ampia di tutte le attività umane e della regolamentazione di esse, sono tuttavia consapevole della fallibilità e dell’imperfezione della politica, più che disilluso, continuo ad essere un sognatore, e lotto perché i sogni si concretizzino. La scrittura come forma espressiva del pensiero ed il pensiero come strumento motore della scrittura mi inducono a raccontare le mie analisi personali, le critiche, le esaltazioni, le allucinazioni ed i miraggi che la vita mi infligge senza compassione e senza chiedere permesso. Se cade il mondo io non mi sposto, cerco invece, in un esercizio vano e disperato, di trattenerlo ancorato alla logica ed alla ragione, al sentimento ed all’amore, ma sono sempre più solo. Sostengo ed attuo la difesa degli animali, la loro tutela contro inutili sofferenze ed abusi. Sono figlio degli anni ’60 e ne porto addosso le emozioni e le pulsioni che la mia generazione ha ricevuto. Ho coscienza di far parte di un segmento storico, giudicato con impietosa severità da chi ci succede. La mia generazione ha prodotto contraddizioni morali, etiche, religiose e anche sociali, ma ha determinato la crescita del Paese. I miei J’accuse sono sassi gettati nel lago, lo so che qualcuno è sempre pronto ad accodarsi alla lotta, ne sono convinto!